Claudio Negro: "Servono forti sgravi a imprese e neoassunti"
Claudio Negro fa di mestiere il segretario generale aggiunto di un sindacato, la Uil, in Lombardia. E, quindi, dall’alto della sua esperienza in una delle aree più ricche d’Europa, di cose da dire sul problema occupazionale ne ha. Soprattutto sui giovani. Li scruta, ma non li vede messi benissimo. Stretti, come sono, tra un presente a tinte fosche, l’Istat certifica che la disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) è salita al 29%, e un futuro incerto, «il peggio è passato – sottolinea - ma solo nel 2012 potremmo avere dei tassi di crescita davvero interessanti». E allora? Servirebbero proposte. E se «la delega al governo per riordinare gli incentivi alle imprese sembra andare nella giusta direzione – continua – non si vedono all’orizzonte molte misure ad hoc per i giovani». Segretario, lei ha dei suggerimenti? «Beh, di cose da suggerire ce ne sarebbero, eccome. Poi, però, il problema sta nel reperire le risorse. Io mi auguro si arrivi a forme di incentivi che avvantaggiano sia le imprese che i giovani...». Per esempio? «Le imprese danno ai neoassunti a tempo indeterminato un salario di ingresso inferiore rispetto a quello dei loro colleghi. Ma per la parte restante interviene lo Stato che defiscalizza il salario in modo da riequilibrare il netto che va nelle tasche del lavoratore. In questo modo si agevola l’azienda e si garantisce un buono stipendio al giovane». E la percentuale della detassazione? «Si potrebbe applicare il 10%, la stessa aliquota prevista per i premi di risultato. Pensi che costerebbe anche di meno». E poi? «L’altra emergenza si chiama formazione. Il rapporto tra scuola e aziende deve diventare reale». Da questo punto di vista i sindacati potrebbero dare una mano. Certo che le continue tensioni con la Cgil non aiutano. «Guardi, tra di noi sicuramente c’è stato un grande dissenso sulla valutazione della riforma Gelmini. Ma sulla necessità di creare una corrispondenza tra la scuola e il mondo dell’impresa vedo una sostanziale condivisione d’intenti». Cioè? «Le faccio l’esempio di Formatemp, l’ente bilaterale costituito da Assolavoro, Cgil-Cisl e Uil che promuove e finanzia corsi per i giovani nelle scuole superiori. Ci vorrebbero tante altre operazioni di questo tipo». Mancano i soldi? «Non solo. Servirebbe un quadro aggiornato delle attività lavorative più richieste…». Non esiste? «No. E rappresenterebbe una svolta. Per esempio, oggi, uno dei lavori più richiesti in Lombardia è quello del wedding planner, l’organizzatore di matrimoni. A saperlo in anticipo avremmo potuto organizzare corsi ad hoc». Di chi sono le maggiori responsabilità? «Regioni e province hanno un ruolo fondamentale, così come le direzioni scolastiche e il sistema delle imprese». Eppure il governo ha cercato di dare una scossa. Il piano per i giovani della Meloni e quello per la crescita... «Mi sembra molto utile la delega al governo per riordinare gli incentivi alle imprese. Perché esistono svariati provvedimenti che le aziende non conoscono neanche. Ma più in generale li vedo come degli orientamenti strategici, anche condivisibili, ma che non riusciamo mai a vedere nella pratica». E i giovani arrancano. Secondo l’Istat la disoccupazione tra i 15 e i 24 anni è in crescita? «È una conseguenza naturale della crisi. Buona parte delle imprese hanno evitato i licenziamenti ricorrendo alla cassa integrazione, ma ovviamente non hanno fatto nuove assunzioni». È un dato destinato a confermarsi anche nel 2011? «Tenderà ad attenuarsi. In Lombardia, nel secondo semestre del 2010, sono raddoppiati i contratti di somministrazione e sono aumentati quelli a termine. Succede così quando le aziende vedono aumentare gli ordinativi, ma non sono ancora sicure della ripresa. Insomma, ci sarà un miglioramento, poi nel 2012 si vedrà». di Tobia De Stefano