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Brexit: Littler, su potenziale ricaduta problemi per molte aziende
Roma, 14 nov. (Labitalia) - Da quando il Regno Unito ha votato per lasciare l'Ue tre anni fa, la potenziale ricaduta di Brexit ha creato problemi per molte aziende. E' quanto rileva Littler, il più grande studio di diritto del lavoro al mondo, che ha pubblicato i risultati del suo secondo rapporto annuale European employer survey report, stilato sulle base delle risposte fornite da circa 600 consulenti interni e professionisti delle risorse umane. Nonostante la nebbia di incertezza che circondava gli intervistati alla fine dell'estate, quando hanno risposto al sondaggio, il 48% dichiara di essere in parte o molto preparato agli impatti occupazionali di Brexit. Solo il 12% dichiara di essere impreparato o solo in parte preparato, mentre il restante 40% è neutrale. Gli intervistati del Regno Unito hanno espresso il massimo grado di preparazione; il 67% dichiara di sentirsi molto o in parte preparati. Questa fiducia potrebbe essere guidata dalle misure proattive adottate dai datori di lavoro, come lo spostamento della sede centrale fuori dal Regno Unito, l'apertura di nuovi uffici sul continente e l'identificazione dei dipendenti che sarebbero impattati per pianificare permessi di lavoro o sostituzioni. Inoltre, tale fiducia può anche essere rafforzata dall'ottimismo degli intervistati circa il fatto che il Regno Unito adotti un sistema di immigrazione basato sulle competenze dopo l'entrata in vigore di Brexit. Quasi due terzi degli intervistati con sede nel Regno Unito (59%) ritengono che un tale sistema permetterà alla nazione di rimanere un hub globale per i lavoratori qualificati, mentre solo l'8% esprime scetticismo.