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Manovra: consulenti lavoro, mondo autonomo tagliato fuori da interventi
Roma, 24 ott. (Labitalia) - "Il mondo del lavoro autonomo, pur essendo una componente importante del mercato del lavoro in Italia, è tagliato fuori dagli interventi anche di contenimento in materia di cuneo fiscale, diventando invece destinatario di una serie di provvedimenti che possono complicare il modo di lavorare, di offrire servizi alla pubblica amministrazione e alla collettività". A sottolinearlo la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, commentando le prime anticipazioni sulla prossima manovra finanziaria durante 'Punti di vista', il programma di approfondimento politico della web tv dei consulenti del lavoro, giunto alla seconda edizione. Per la categoria, "è necessario che si intervenga ulteriormente in termini di riduzione del cuneo fiscale e contributivo in favore dei lavoratori autonomi". "L’auspicio è quello di vedere affermato, nelle modifiche che interverranno nel percorso di approvazione della legge di bilancio, il principio di uguaglianza tra lavoratori. Oggi decidere di diventare professionista è una scelta coraggiosa, ma che va indubbiamente sostenuta", ha detto. "Mi auguro invece - ha ribadito - di poter leggere un intervento che vada a completare il Jobs act degli autonomi dando veramente attuazione al principio dell’equo compenso. Un principio stabilito in una norma, forse scritta male perché frutto di una stagione parlamentare complicata, ma che la pubblica amministrazione per prima disattende ogni giorno con provvedimenti che dimenticano quelle norme di legge". Secondo Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di FdI, non si può combattere l’evasione fiscale aumentando le tasse come avviene in questa manovra. Per evitare l’aumento, stimato tra gli 8 e i 10 mld, basterebbe, secondo FdI, "abolire il reddito di cittadinanza, che non sta producendo un solo posto di lavoro in Italia", e poi "bisognerebbe investire più risorse sulla riduzione del cuneo fiscale che, sebbene sia pensata a vantaggio dei lavoratori, non agisce su autonomi e imprese che danno lavoro a centinaia di migliaia di lavoratori". "In un paese in cui manca la certezza del diritto immaginare, come sta facendo il governo, che il carcere per chi evade sia la prima soluzione e non l’ultima è scorretto. Il carcere per i grandi evasori in Italia già esiste, questa norma serve solo a distrarre mentre, in realtà, non si toccano i veri evasori come le grandi multinazionali, le grandi banche, i sistemi che hanno permesso di evadere centinaia di milioni di euro", ha precisato Lollobrigida. La necessità di dare norme certe ai cittadini trova d’accordo anche il senatore del Pd Tommaso Nannicini: "Ho salutato con favore che non si facciano passi indietro rispetto al regime forfettario per le partite Iva. Tornare all’analitico sarebbe stato di nuovo creare ogni anno cambiamenti e poca certezza. Ma c’è ancora da fare su questo fronte, perché il nostro sistema di norme di diritto tributario è sempre scritto sulla patologia e non sulla fisiologia. Ci ossessioniamo di norme costruite avendo in testa l’evasore cattivo. E non perché non ci sia, ma lo dobbiamo combattere con strumenti diversi da norme fatte per imbrigliare i contribuenti onesti, che chiedono solamente di avere certezza e un rapporto con l’amministrazione fiscale normale e non vessatorio".