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Nasce Woody, la calzatura da donna green tech

AdnKronos

Roma, 1 ott. (Labitalia) - Si chiama Woody, ed è una calzatura green tech. Ovvero nata nel solco dell’economia circolare, quindi a basso impatto ambientale e ad alto valore sociale, concepita con il riutilizzo di materiali in successivi cicli produttivi. Concetti sempre più presenti nel mondo della moda che hanno trovato una pronta risposta in questa sneaker da donna, ispirata al ricamo macramè che dà vita a una tomaia con effetto pizzo trendy e femminile. Una prima novità a cui se ne aggiunge una seconda. A concepirla è stata la scuola internazionale, il Cercal, in team con tre aziende del distretto di San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena): Tacchificio Zanzani, Studio Designer e calzaturificio Giovagnoli. Un progetto innovativo al punto tale da conquistare il primo posto nazionale nel concorso di Assocalzaturifici-Miur 'Il riciclo calza bene', con una motivazione a dir poco lusinghiera: “Bellissimo l’effetto del prototipo proposto. Approfondita ricerca della materia prima, realizzata con un polimero completamente riciclabile nell’ottica dell’economia circolare. Anche la tecnica dell’assemblaggio rispetta i criteri di sostenibilità”. Le novità del progetto, in effetti, sono tante. Prima di tutto, per il materiale di origine naturale con il quale è stata stampata la suola e da cui è stato generato il filo per il ricamo della tomaia: un polimero a base biologica, prodotto con residui di lavorazione dell’industria cartaria e del legno. Non solo. Decisamente originale è il sistema a incastro suola-tomaia, senza l’utilizzo di collanti e con il solo utilizzo di cuciture. Situazione che consente il completo riciclo della calzatura una volta terminato il suo utilizzo. In tal modo, la calzatura è stata pensata secondo i principi dell’eco-progettazione, con il rimpiego del fine vita, tant’è che la suola potrà essere sganciata dalla tomaia e restituita al produttore che potrà riciclarla al 100% e ottenere una nuova suola. Valore aggiunto del progetto è il lavoro di gruppo. La calzatura, infatti, è nata da una collaborazione con alcune imprese del territorio, che hanno promosso e collaborato al progetto sperimentale e di ricerca. Nello specifico, il Tacchificio Zanzani, prima azienda a lanciare la sfida, che ha messo a disposizione il materiale green e il fondo con sistema a incastro. L’azienda Studio Designer che ha ideato il ricamo e il Calzaturificio Giovagnoli che ha supportato nello studio delle problematiche di montaggio e nella costruzione Strobel della calzatura.