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Vino: Wine Manager Day, network ed emozioni fanno la differenza

AdnKronos

Bologna, 18 set. (Labitalia) - Il network al centro del gioco: per questo è nato il Wine Manager Day, una giornata pensata da Wine Meridian e WinePeople per celebrare e creare relazioni. Lo sanno bene i 200 partecipanti alla terza edizione del Wem Day 2019, che si è svolto presso Fico Eataly World di Bologna. Tra loro produttori, export manager, sommelier, agenti commerciali, che hanno assistito agli speech di cinque relatori tra i più influenti nei rispettivi campi che sono oggi al centro del dibattito del mondo del vino: mondo digitale e big data, contrattualistica internazionale, reti vendita in Italia, vino biologico e neuromarketing. “Questa giornata l’abbiamo pensata per celebrare voi e le relazioni. Le relazioni sono per noi la chiave di successo, per questo è nato tre anni fa il Wine Manager Day, che da quest’anno diventa Wine Manager Day”, ha esordito Lavinia Furlani, presidente di Wine Meridian e fondatrice di WinePeople. “Le imprese muoiono perché si dimenticano di seguire il mercato. Così, quando noi ci siamo trovati a ricevere numerose richieste da parte delle aziende vinicole di professionisti che agissero sul mercato italiano, abbiamo pensato di estendere la nostra riflessione anche a questo ambito: perché non si può vendere bene il proprio vino all’estero se non si è prima buoni profeti in patria”, ha raccontato Andrea Pozzan, recruiter e fondatore di WinePeople. “Qualsiasi sia l’ambito di attività, chiunque ormai ha capito che oggi è necessario essere multidisciplinari: siamo obbligati a relazionarci rispetto a molte problematiche, le stesse che proviamo a raccontare quotidianamente su Wine Meridian. Fare vino oggi è un’attività sempre più complicata, non solo per la competizione del mercato, ma anche per l’importanza della comunicazione. Richiede manager sempre più formati, che hanno fabbisogni sempre più vari. Difficilmente immaginiamo un futuro all’insegna della semplificazione”, ha spiegato Fabio Piccoli, direttore responsabile di Wine Meridian e fondatore di WinePeople. Alcune delle tematiche calde, oggi, nella filiera vitivinicola sono state oggetto delle relazioni dei 5 esperti. Secondo Paolo Errico, Ceo di Maxfone (la società italiana di data analysis che, in occasione di questo evento, dà inizio a una partnership con Wine Meridian), “ogni dato genera emozioni". "I tempi cambiano, ma noi non smettiamo di generare emozioni: un tempo, tornati delle vacanze, ci portavamo a casa una calamita, oggi scattiamo un selfie. Da un selfie pubblicato in rete possiamo trarre molte informazioni”, ha spiegato Errico. “Vi siete mai chiesti come l'utente finale viva l’esperienza del vino? Oggi lo possiamo sapere in modo preciso e puntuale, attraverso tecnologie che mappano l’esperienza andando a verificare con precisione cosa viene postato sui social. All’interno di una sola foto è possibile carpire informazioni utili a sviluppare strategie commerciali, di marketing e comunicazione”, ha aggiunto. Marco Giuri, avvocato esperto in diritto vitivinicolo, ha parlato di contrattualistica internazionale e partnership con gli importatori: “Il contratto non deve essere visto come un orpello burocratico, ma come un’occasione di fare business, e soprattutto di prevenire eventuali problematiche che se vengono tralasciate rischiano di farci soccombere a regole svantaggiose per i nostri interessi nei diversi mercati. Il contratto è occasione per sviluppare il business, purché non venga vissuto come un limite". "Dobbiamo sgomberare la nostra mente - ha continuato - dalla convinzione che avere relazioni commerciali senza contratto ci renda più liberi, anzi, può farci sottostare a leggi locali svantaggiose. Dunque, consigliamo di definire un contratto equo, equilibrato, che tenga in considerazione le reciproche necessità e che risponda a determinate clausole importanti: oggetto, durata, indennità di fine rapporto, esclusiva, obblighi reciprochi, marchi, clausole di risoluzione”. Lorenzo Righi, direttore di Club Excellence ed esperto conoscitore del mercato italiano, ha coinvolto i partecipanti in una riflessione sul ruolo che oggi ricoprono gli agenti sul mercato nazionale: “Il mercato italiano è cambiato nel giro degli ultimi 30 anni, e così è cambiato (e ancora dovrà cambiare) il ruolo dell’agente Italia, nel quale non basta sentirsi venditori, bisogna sentirsi agenti e avere il 'coraggio di indossare la giacca'”. Lorenzo Righi, durante il suo intervento, ha esplorato il cambiamento vissuto dalla categoria durante gli anni: professionisti abituati a lavorare in un mercato che aveva più richiesta che prodotti disponibili, che si sono dovuti adattare a un mondo dove c’è molta più offerta che domanda. Quattro avvenimenti storici importanti e 3 tipologie di vendita sono stati oggetto dello speech di Lorenzo Righi, che ha puntato i riflettori su quelle che sono le differenze che rendono un venditore capace un agente di successo. Elisa Spada e Debora Bonora, ideatrici del progetto Organic Value che riunisce i produttori di vino biologico, hanno parlato degli ultimi trend all’interno del panorama internazionale della produzione bio. “Una cosa è certa: ormai sempre più persone comperano vino biologico nel mondo. I dati parlano chiaro e raccontano di un comparto che movimenta un giro di affari di 2 miliardi di euro in Italia e un’evoluzione esponenziale all’estero dove l’Italia la fa da padrona, seguita da Austria e Spagna. Vendiamo più vino bio e di conseguenza ne produciamo di più e aumentano gli ettari vitati bio in Italia, ad oggi 83 mila. Quali sono i mercati più attrattivi per il bio? In Europa Danimarca, Svezia, Finlandia, Norvegia, Benelux e extra Europa Usa, Giappone, Canada”, hanno osservato. “Non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano”: una considerazione che introduce al mondo del neuromarketing e della misurazione delle emozioni dei consumatori e ne ha parlato Vincenzo Russo, esperto di neuromarketing e docente Iulm, durante l’intervento conclusivo del WemDay 2019. Studi, analisi, statistiche di precisione sono in grado oggi di andare ad analizzare che cosa realmente cercano i consumatori, per che cosa si emozionano e quali sono gli elementi che riescono a convincerli nell’atto di acquisto. Fino ad oggi si è pensato che i consumatori acquistassero tramite un processo razionale, ma non è esattamente così. Il consumatore guarda, istintivamente, ad elementi superficiali, colori, prezzo, forme, ovvero tutti quegli elementi che ci riconducono a provare qualcosa di unico, un’emozione. Dopo gli interventi il pomeriggio non poteva che chiudersi con uno scambio di relazioni ed esperienze, facilitato da un’attività-gioco che ha stimolato il networking. WemDay è stata inoltre un’occasione di incontro anche e soprattutto per i membri di Wine Out, il primo club italiano a radunare gli export manager e a dare loro terreno di scambio di informazioni, notizie, condivisione di dubbi o di traguardi.