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Tav: consulenti lavoro, dibattito M5S-Pd a 'Punti di Vista'
Roma, 14 mar. (Labitalia) - L’Italia deve spendere bene le sue risorse, realizzando quelle infrastrutture che servono realmente ai cittadini e il Tav Torino-Lione non è tra queste. A sostenerlo il deputato M5S Anna Macina, nel corso dell’ultima puntata di 'Punti di Vista', il programma di approfondimento politico della Fondazione Studi consulenti del lavoro, dedicata al tema delle grandi opere e degli investimenti necessari alla nazione. Dopo la pubblicazione lunedì scorso dei bandi della società francese Telt per invitare le imprese a partecipare ai lavori del tunnel di base dell’opera, il governo si è dato 6 mesi di tempo per ridiscutere completamente il progetto con Francia ed Europa, con l’obiettivo di comprenderne realmente i vantaggi per "dare un beneficio ai cittadini", ha sottolineato Macina. Per il deputato del Pd Davide Gariglio, "il governo non ha ancora le idee chiare sull’opera, che per la Regione Piemonte può essere decisa dagli stessi cittadini". "Noi in Piemonte - ha ricordato - chiediamo di poter applicare l’art. 86 dello Statuto regionale, che prevede forme di consultazione popolare. Lo chiediamo al governo, anche se potremmo farlo da noi, perché per utilizzare le elezioni del 26 maggio e mettere i seggi dello scrutinio dentro quelli del ministero dell’Interno abbiamo bisogno dell’autorizzazione e trovo strano e vergognoso che un partito che è per la democrazia diretta e la trasparenza, che ha appena fatto passare in Parlamento una proposta di riforma costituzionale che prevede le leggi di iniziativa popolare, abbia paura del voto del popolo e metta i paletti tra le ruote a questa consultazione". Ma per il M5S "non può esserci una consultazione popolare riferita a una sola regione, perché quelli che si impegnano solo soldi di tutti i cittadini italiani", ha chiarito Macina, sottolineando che "al momento gli strumenti a disposizione non consentono questo tipo di consultazione, e non sarebbe neanche possibile far votare l’intero Paese in concomitanza delle elezioni europee, come chiede il Pd, perché in quel caso sarebbe un referendum sul Tav". Secondo il presidente della Fondazione Studi consulenti del lavoro, Rosario De Luca, "lo sviluppo e l’occupazione non possono passare da provvedimenti che intervengono a valle". "Bisogna far ripartire l’economia - ha avvertito - con investimenti in infrastrutture e nell’edilizia". Al di là dello stallo sulle grandi opere, che, come ha ricordato Macina, "sarà superato già la prossima settimana con un decreto legge sblocca cantieri", secondo De Luca per la ripresa "è utile tutto quello che sostiene a rafforza le imprese". "Non dobbiamo dimenticare che nel mondo, e non solo in Italia, il lavoro nasce dalle imprese. E' giusto sostenere le fasce più deboli e le politiche attive per la ricerca del lavoro, ma è giusto anche mettere in condizione gli imprenditori di fare impresa, sviluppare l’economia e quindi assumere", ha detto. Obiettivo che il governo sta perseguendo, secondo Macina, con gli incentivi alle imprese "che sono una forte forma di sostegno e che va letta in combinato disposto con il taglio delle tariffe Inail del 32%, che abbattono il costo del lavoro, con il lancio del sito incentivi.gov.it e scommettendo anche su chi vuole fare imprenditoria". Da una parte, quindi, c’è la maggioranza che si dichiara a favore della sburocratizzazione e della semplificazione, e dall’altra l’opposizione che ritiene che si stiano sottraendo soldi agli investimenti "per spostarli nella spesa corrente, bloccando tutte le grandi opere", ha ribadito Gariglio. Per l’esponente del Pd, "sarebbe una follia se si applicasse il metodo cosiddetto Ponti, usato per l’analisi costi-benefici del Tav, anche ad altre linee ferroviarie ad alta velocità, come quella tra Napoli e Bari, perché si dovrebbe rinunciare ai collegamenti veloci per non perdere le entrate provenienti dalle accise del carburante e dal pedaggio autostradale". Gariglio ha anche commentato la mozione di sfiducia per il ministro Toninelli presentata dal Pd. "Faremmo un favore - ha affermato - al governo ad eliminare il ministro Toninelli. Penso che la sua gestione abbia creato talmente tanto imbarazzo a Di Maio e allo stesso Salvini".