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Professioni: la fotografa, creatività mezzo per capire chi siamo
Roma, 8 mar. (Labitalia) - "La creatività è un mezzo per capire chi siamo, anche e soprattutto attraverso la fotografia". A dirlo, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Lisa Bernardini, presidente dell’associazione culturale Occhio dell’Arte, art director e art photographer, in occasione del suo ultimo progetto fotografico 'Panta Rhei', presentato a Roma, insieme a quello di altri professionisti dalla corte del maestro Franco Fontana. "L’improvvisazione - sostiene - appartiene al singolo, e spesso porta a risultati creativi. Qualche volta. Molto più spesso, alla superficialità e al dilettantismo se si parla di conoscenze tecniche. Credo alla improvvisazione se scaturisce dall’istinto degli attimi fotografici tra i tanti da scegliere. Ci credo meno quando si tratta di approcciarsi a sistemi tecnologici che necessitano di conoscenze approfondite per produrre risultati buoni. La consapevolezza aiuta sempre a muoversi nel mondo, anche se poi debbo riconoscere che le migliori fotografie della mia vita sono state quelle probabilmente frutto di una 'serendipity': cercavo qualcosa, ho trovato qualcos'altro". "La fotografia - spiega Lisa Bernardini - racchiude tante verità sul mondo. Ne racchiude però solo una su se stessi; in quel momento, lo scatto parla una incontrovertibile verità: che quell’attimo significa tutto per chi fa click. In realtà, è un momento tra i tanti del fluire della vita e se diventerà eterno o meno, non riguarda chi sta scattando. Al limite, riguarda chi osserverà quello scatto. Per colui che vede la scena la fotografia racchiude un momento presente. Che poi sia sintesi anche del passato del soggetto, e porti con se scenari di un ipotetico futuro, è un altro discorso". "Non mi curo più di tanto - sottolinea - del tecnicismo in fotografia. Si può scrivere con la luce usando qualsiasi ottica, e qualsiasi tecnica; si può fotografare sempre se stessi nel mondo ottenendo risultati unici. Il tecnicismo stereotipato e uniformante non mi interessa neanche a livello terminologico, per definizione. Personalmente, fotografo perché mi va di farlo, quando mi va di farlo, quando sento che ho qualcosa da esprimere. Non mi pongo limiti, non ho regole precise, non mi interessa essere inquadrata in qualcosa di definito. Sono in un periodo della mia esistenza che sto 'incamerando' molto. Per me e la mia fotografia, sarà quello che determinerò di essere. E non me lo domando quasi mai". "Le fotografie memorabili - assicura Lisa - sono tutte quelle che lasciano un segno importante in chi le osserva. Possono non arrivare mai alla celebrità del grande pubblico, ma sono sicuramente delle fotografie memorabili. Per il periodo tragico di guerre in cui viviamo, sono fotografie memorabili, purtroppo, anche tutte quelle dei conflitti. "Odio la postpoduzione - aggiunge Lisa Bernardini - perché richiede ore di lavoro a volerla far bene. Inoltre, non sono così esperta in materia. Cerco di puntare più sull’idea iniziale che aiuta il risultato finale a parlare. Quando decido di voler capire di più sulla mia vita ed il mio percorso, io fotografo. Ogni scatto è un guardarsi allo specchio ed assomiglia ad un autoritratto; è dire: 'fermi tutti, fino ad oggi questa sono io'".