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Professioni: Cni, iscritti in aumento ma neolaureati snobbano albo
Roma, 5 mar. (Labitalia) - Segnali di ripresa per il numero di iscritti all’albo degli ingegneri dopo anni di curva di crescita sostanzialmente piatta, anche se i giovani laureati tendono a non iscriversi. L’analisi dei dati al 1° gennaio 2019, infatti, certifica un aumento in misura maggiore rispetto agli anni precedenti: dai 625 iscritti in più del 2018, si è passati a un saldo positivo di 1.777 ingegneri che ha portato il numero complessivo di iscritti a 241.791. E’ quanto emerge dalla consueta analisi annuale effettuata dal Centro studi Cni. Rispetto agli anni precedenti aumentano le cancellazioni. Tuttavia, in misura ancora maggiore aumentano le nuove iscrizioni e le re-iscrizioni. Sono proprio queste ultime a contribuire in modo considerevole a rendere positivo il saldo degli ultimi anni controbilanciando, invece, l’effetto del rallentamento progressivo del numero di neolaureati che affrontano gli esami di Stato e che si iscrivono all’albo professionale. "In un quadro complessivamente positivo - afferma Armando Zambrano, presidente del Cni - permangono delle criticità. In primo luogo la crescita contenuta degli iscritti all'albo rispetto al consistente numero di laureati in ingegneria che si registra ogni anno. Emerge una sorta di disaffezione, soprattutto da parte delle giovani generazioni, nei confronti del sistema ordinistico. Proprio per questo, da tempo il Cni si sta interrogando sulle trasformazioni in atto nel mercato del lavoro e sulle modalità di esercizio della professione, attivando una serie di strategie per recupero la propria centralità". "Le nuove strategie dell'Ordine - osserva Giuseppe Marotta, presidente del Centro studi Cni - passano attraverso la constatazione di come, ad esempio, anche il campo civile e delle costruzioni appare sempre più orientato ad una forte interconnessione con gli altri settori e l’ingegneria si sta riaffermando come una disciplina ricca sì di specializzazioni, ma allo stesso tempo, interdisciplinare. Basti pensare alla tutela dell’ambiente, al bim o alla domotica, filoni del ramo civile che necessitano, tuttavia, di ingegneri industriali e dell’informazione". "Anche gli Ordini - continua Marotta - stanno progressivamente modificando le loro funzioni, che non si limitano più alla tenuta dell’albo ma abbracciano diversi rami della vita professionale dell’ingegnere: curano la formazione continua degli iscritti, offrono supporto all’attività lavorativa sia autonoma che dipendente anche nella ricerca delle opportunità di lavoro, qualificano gli ingegneri certificandone le competenze, offrono sportelli di consulenza legale o fiscale". La parte più rilevante degli iscritti all'albo è formata dagli ingegneri meridionali che costituiscono il 40,5% del totale (limitando ai soli ingegneri juniores si arriva a sfiorare il 50%). La regione con il maggior numero di iscritti resta tuttavia la Lombardia (oltre 30mila), seguita dal Lazio (circa 28mila) e Campania (circa 26.700 iscritti). Tutte le regioni fanno registrare un aumento degli iscritti rispetto allo scorso anno, fatta eccezione per la Liguria, il Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta. Prosegue, inoltre, la crescita, senza soluzione di continuità, della componente femminile sia tra i laureati in ingegneria che all’interno dell’albo: nel 2019 il 15,3% degli iscritti all’albo degli ingegneri è costituito da donne, a fronte del 14,8% dell’anno precedente. Attualmente le donne iscritte all’albo professionale sono 36.939, quasi 1.400 in più delle 35.580 registrate nel 2018.