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Lavoro: Fondirigenti, con 'Diventi leader' opportunità per 100 giovani

AdnKronos

Roma, 6 feb. (Labitalia) - Selezionare 100 giovani dai 20 ai 29 anni e offrire un percorso formativo di sei mesi, comprendente anche uno stage all’estero, che consenta loro di diventare leader nelle aziende in cui opereranno. Questo l'obiettivo del progetto 'D20 Leader', che il 7 e 8 febbraio, a Milano, lancerà Fondirigenti, il Fondo interprofessionale promosso da Confindustria e Federmanager e intitolato a Giuseppe Taliercio, il dirigente Montedison ucciso nel 1981 dai brigatisti che finanzia la formazione manageriale di 80 mila dirigenti appartenenti a tutti i settori produttivi, su circa 14 mila imprese aderenti. Sul progetto, il cui bando sarà pronto in primavera, viene chiesto in questi giorni il patrocinio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “E’ una grande occasione - afferma Carlo Poledrini, presidente di Fondirigenti, che lo presenterà nell’ambito di Connext, l’evento di partenariato industriale internazionale - per questi 100 giovani che, da leader, potranno imprimere innovazione e crescita sia nelle imprese che nelle comunità territoriali dove si troveranno ad operare. D20 leader è un progetto nato per celebrare il Ventennale della Fondazione per guardare al futuro del nostro Paese anziché al passato; è uno scambio di energie, simbolicamente, riservato a 100 ventenni di valore a cui forniremo le migliori opportunità e prospettive di crescita culturale, professionale e umana; vi investiamo 2 milioni di euro e contiamo di ripetere l’esperienza in futuro”. I criteri di scelta dei giovani, assicura Fondirigenti, saranno trasparenti e meritocratici, improntati a saggiare la preparazione di base, le caratteristiche personali e le motivazioni, che i candidati saranno chiamati a rendere esplicite. Dovranno possedere un’idea di leadership aperta e condivisa, da realizzare nel mondo dell’impresa, del non profit, della pubblica amministrazione, dei beni culturali e altro ancora. Il loro percorso di crescita umana e professionale potrà dunque tornare utile all’intero Paese. Il 20% dei posti sarà riservato a giovani non laureati provenienti dagli Istituti tecnici superiori, mentre fra le lauree, almeno triennali, saranno valutate le facoltà economiche, giuridiche, umanistiche, ingegneristiche, di scienza e ricerca. Per individuare i giovani si stanno attivando apposite convenzioni con le Università, Crui, Its, Alfieri del Lavoro, mentre sono molte altre le organizzazioni partner del progetto, dalle business school alla Commissione europea all’Ocse. I giovani selezionati durante la loro esperienza di project work saranno inoltre ospitati da aziende, associazioni e istituzioni con caratteristiche di innovatività e attività internazionale. L’inizio dei corsi è già previsto per il mese di maggio: si partirà con l’insegnamento, sia attraverso lezioni frontali che via web, dei fondamenti della professione manageriale e l’analisi dei 'nuovi lavori' e con uno 'Study tour' all’estero della durata di due mesi, ospiti delle citate organizzazioni internazionali. Seguirà una fase di controllo e di verifica sull’idoneità dei profili e un altro ciclo di tre mesi, chiamato 'Project work', in cui i partecipanti, suddivisi in gruppi, saranno impegnati nello sviluppo delle proprie idee di innovazione negli organismi che saranno parte del progetto. Infine, un mese di valutazione e condivisione dei risultati. “Cerchiamo ragazzi - precisa il presidente Poledrini - che ritengano la libertà, il rispetto, l’autonomia e la responsabilità, aspetti prioritari del proprio futuro e che siano disposti ad investire alcuni mesi della loro vita. Il Paese e le imprese hanno grande bisogno di giovani leader”. Nel mercato del lavoro del 2020 più di un terzo delle competenze attuali saranno obsolete e occorre avviare un processo di rinnovamento e di ricambio nelle imprese familiari, che rappresentano più dell’85% del totale e circa il 70% dell’occupazione, e per un quarto sono guidate da manager che hanno più di 70 anni. Su cento imprese con meno di 10 milioni di fatturato soltanto 15 si avvalgono di dirigenti esterni alla proprietà. Fra gli obiettivi del progetto, quello di trattenere i nostri giovani talenti. La cosiddetta fuga dei cervelli - avverte Fondirigenti - all’estero arreca un danno gravissimo al nostro Paese. Secondo l’Aire, l’anagrafe degli italiani all’estero, sono ben 243 mila gli italiani che nel 2017 hanno registrato la loro residenza all’estero, un dato che ricorda le emigrazioni degli anni ’50. E un buon 30% degli espatriati è provvisto di laurea. Questa perdita di capitale intellettuale ci costa, secondo una stima del Centro studi Confindustra, un punto di Pil all’anno, ovvero 14 miliardi di euro. Nello stesso tempo, per il Censis, sono un milione e mezzo i giovani fino a 34 anni, diplomati e laureati, che svolgono in Italia un lavoro inadeguato rispetto al titolo di studio: ovvero quattro su dieci. Per l’esattezza sono demansionati il 41% dei diplomati e il 32% dei laureati (indagine Censis-Eudaimon 2018). D’altra parte, vi sono solide motivazioni da parte dei nostri giovani. In una recentissima ricerca condotta dall’Accademia delle scienze di Russia, che ha interpellato 1.500 giovani dai 18 ai 30 anni di quattro paesi, Russia, Polonia, Germania e Italia (nel nostro Paese ha raccolto le interviste l’Eurispes) i nostri ragazzi sono risultati i primi in graduatoria a credere nel valore dell’istruzione e in quello del lavoro. La materia prima dunque c’è, e il progetto pilota di Fondirigenti vuole intercettarla.