lavoro
Randstad, 83% non ha cambiato mansione o datore di lavoro in ultimi 6 mesi
Roma, 3 ott. (Labitalia) - Nel primo trimestre 2018, rispetto al precedente, la mobilità dei lavoratori è cresciuta di due punti livello globale, a quota 111 punti. Il mercato italiano, invece, ha registrato un incremento di un punto, con un indice di mobilità che è passato da 100 a 101. L’83% dei lavoratori italiani, infatti, non ha cambiato né mansione né datore di lavoro negli ultimi sei mesi, il 10% dei dipendenti ha cambiato soltanto azienda, un altro 5% ha cambiato ruolo all’interno della stessa società, il 2% ha cambiato sia l’impresa che la posizione ricoperta. E' quanto emerge dagli indici trimestrali dell’ultima edizione del Randstad Workmonitor, l’indagine trimestrale sul mondo del lavoro di Randstad, secondo operatore mondiale nei servizi per le risorse umane, condotta in 34 Paesi del mondo su un campione di 405 lavoratori di età compresa fra 18 e 67 anni per ogni nazione, che lavorano almeno 24 ore alla settimana e percepiscono un compenso economico per questa attività. Soltanto il 3% degli italiani sta attivamente cercando un altro lavoro, il l’8% sta selezionando nuove opportunità, il 21% si sta guardando attorno, il 26% non si sta impegnando attivamente nella ricerca ma se capitasse un’occasione sarebbe aperto ad ogni possibilità, mentre ben il 43% dichiara di non cercare lavoro. Pur occupando stabilmente la seconda metà della classifica, nel complesso gli italiani sono appagati dalla loro situazione occupazionale: il 64% è soddisfatto, il 26% non esprime un giudizio né positivo né negativo, mentre solo il 10% è insoddisfatto del proprio lavoro. In calo, invece, sia l’ambizione di ottenere una promozione (che passa dall’81% al 75%) sia il desiderio di iniziare un’attività diversa (dal 57% al 54%) Nell’ultimo trimestre, è rimasta stabile la percentuale di italiani che hanno timore di perdere il posto di lavoro (7%) ed è diminuita la sensazione generale d’insicurezza (coloro che non hanno molta paura di perdere il posto ma neanche poca, scesa dal 30% al 25%). Cresce invece il numero di dipendenti che ritiene di poter trovare un’occupazione analoga nel giro di sei mesi (53%, quattro punti in più dello scorso trimestre) e anche la fiducia di poter trovare un lavoro diverso (in aumento dal 43% al 50%). Sono i giovani il segmento con il maggior incremento di fiducia: nella fascia 18-24 anni sale del 15% sia il numero di chi crede di poter trovare rapidamente un impiego simile sia di chi pensa che troverà senza difficoltà una diversa occupazione, mentre fra i 25-34enni la crescita è rispettivamente +9% e +12%.