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Fiere: Macfrut, firmato il Manifesto dei grossisti europei

Rimini, 10 mag. (Labitalia) - Obiettivi comuni e gioco di squadra a livello europeo: così gli imprenditori dei mercati all’ingrosso si preparano alle nuove sfide. Primo passo in questa direzione è stata la firma, stamattina, a Macfrut, in corso alla Fiera di Rimini, del Manifesto dei grossisti europei da parte di Fedagromercati-Confcommercio (Federazione nazionale degli operatori all’ingrosso agro-floro-ittico-alimentari), Coemfe (confederazione dei grossisti spagnoli) e Uncgfl (unione dei grossisti francesi) al convegno 'La sfida dei Mercati all'ingrosso nel nuovo scenario della distribuzione europea: modelli a confronto'. Una serie di temi chiave, quelli del manifesto, illustrati dal presidente nazionale di Fedagromercati, Valentino Di Pisa: “Rinnovamento dei mercati, nuovi orari di lavoro passando dal notturno al diurno, sviluppo della logistica urbana, internazionalizzazione, sviluppo di un marchio di qualità a livello europeo, nuovi rapporti con gli altri attori della filiera e collaborazioni di settore per la presentazione di progetti europei. Sottoporremo questi argomenti alle istituzioni, nazionali ed europee, per valorizzare il ruolo della categoria dei grossisti all’interno della filiera”. Uno sprone è subito arrivato, in apertura di convegno, dal presidente di Cesena Fiera, Renzo Piraccini: “I mercati hanno un grande futuro ma devono cambiare, altrimenti il loro destino sarà segnato. Il primo problema è la gestione pubblica. Noi come Fiera ci siamo già passati: oggi abbiamo uno zoccolo duro pubblico ma una gestione privatistica. Potrebbero, ad esempio, lasciare i muri al pubblico lasciando la gestione agli stakeholder del settore”. Claudio Scalise (Sg Marketing) ha mostrato come le dinamiche siano cambiate nell’arco degli ultimi anni: “Perché la Grande distribuzione è così interessata all'ortofrutta? Perché se guardiamo al bilancio di un punto vendita il suo peso complessivo è del 56%. Non siamo più a 20 anni fa, quando aveva un ruolo marginale tra gli scaffali del supermercato. In questo tempo la Gdo ha sviluppato proprie piattaforme per i freschi, stabilendo relazioni dirette e chiedendo ai produttori che vogliono distribuire di attrezzarsi in merito”. I mercati, dunque, dovranno adeguarsi per rispondere a nuove esigenze: “Il mercato che apre le porte, accoglie i compratori e poi chiude è finito: la vendita ormai - ha continuato Scalise - è la fase meno importante. Quello che conta è il servizio, la capacità di appropriarsi di pezzi di filiera. Dare un alto contenuto di servizio al prodotto vegetale richiede comunque un impegno sulla logistica, la catena del freddo e altro. Ma se i mercati non si impegneranno su questo, altri lo faranno per loro. I mercati possono diventare una piattaforma di distribuzione per i freschissimi, sia per i venditori specializzati che per la piccola distribuzione. Anche per quanto riguarda l’e-commerce, che ha venduto lo scorso anno 748 milioni di euro di alimentari in Italia, potrebbero proporsi come service multiclient a disposizione delle diverse catene”. In una tavola rotonda, moderata dal direttore del 'Corriere Ortofrutticolo', Lorenzo Frassoldati, si sono poi confrontati l’amministratore di Uncgfl, Yves Mustel, il presidente di Coemfe, Andrés Suárez, e il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini: “Nei tavoli che contano in Europa i mercati oggi contano poco - ha commentato Pallottini - e le nostre specificità non vengono rappresentate. Oggi comincia un percorso lungo, complicato ma ineludibile”. Le conclusioni sono state affidate a Paolo De Castro (primo vicepresidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo) che, collegato in videoconferenza, ha assicurato il proprio sostegno: “Il Manifesto va benissimo e questo è il momento giusto per presentarlo, dato che a breve la Commissione europea presenterà le proprie proposte di riforma della Politica agricola comune, comprensive dell’Organizzazione comune di mercato Ortofrutta". "C’è tutto il tempo per impostare un percorso, dato che la riforma sarà approvata nella prossima legislatura. Per questo dovete trovare punti di contatto con altri Paesi europei, condividendo i vostri sforzi”, ha concluso.