Totò, Peppone e la tassa sulla casa

Franco Bechis

Sostiene Matteo Renzi che la minoranza del suo Pd sia un po’ come Totò, che si oppone a qualsiasi cosa lui decida “a prescindere”. L’uscita del premier è venuta dopo gli ultimi attacchi di Pierluigi Bersani & c alla bozza di legge di stabilità arrivata il 15 ottobre in consiglio die ministri. Bisogna dire che una volta tanto il presidente del Consiglio ci azzecca. Peppone Bersani sembra proprio seguire le orme del principe Antonio De Curtis, per le parolone usate a proposito della abolizione di Imu e Tasi sulla prima casa.Secondo l’ex segretario Pd nei panni di Totò e Peppone infatti l’abolizione di quella tassa sarebbe addirittura “incostituzionale”, perchè toglierebbe la progressività su cui si basa il sistema fiscale italiano, perchè si toglie la tassa sia ai ricchi che ai poveri. E qui Bersani ha detto una sonora sciocchezza. Primo perchè la progressività fiscale è rilevante quando una tassa si mette, non quando si toglie. Se non c’è, non può essere progressiva. Se c’è solo per qualcuno e non per altri, non è progressiva: è incostituzionale. Ma quale era la progressività di una tassa come l’Imu (e la Tasi), che avevano aliquota unica basata sugli immobili e del tutto scollegata con il reddito di chi pagava? Nessuna. Tanto è che un ricco con prima e seconda casa in comuni con rendite catastali assai basse pagava molto meno di un povero con una casa grande magari ereditata nel centro storico di Roma o Milano. Non essendo una imposta progressiva, ma reale, secondo la filosofia di Bersani sarebbe dovuta essere incostituzionale. Quindi, se Renzi l’ha abolita, Peppone dovrebbe spellarsi le mani dagli applausi. Invece borbotta “a prescindere”, come ha imparato da Totò… Continua a leggere su L'imbeccata di Franco Bechis