Biotestamento, sì del Senato

Albina Perri

Ognuno potrà dire quel che vuole della sua vita ammalata. Tanto poi il medico potrà fare quel che gli pare. Sul testamento biologico è stato ancora scontro in aula, ma alla fine il ddl Calabrò è passato, con 150 voti a favore, 123 contrari e 3 astenuti. Il testo ora passa alla Camera.  Dichiarazione limitata. Tra le altre norme, è stato approvato un emendamento a firma Antonio Fasson (Udc) che limita la dichiarazione anticipata di trattamento da parte del paziente. La Dat, infatti, durerà tre anni e non cinque, e non sarà più vincolante: sparisce l'obbligatorietà dal provvedimento. Quindi il paziente può anche aver espresso la sua opinione a riguardo, ma il medico non è obbligato a tenerne conto. Le Dat erano state rese vincolanti dopo una dura battaglia in Commissione, che aveva sollevato non poche polemiche nella maggioranza. "Ci fermiamo alla non obbligatorietà - sottolinea Gaetano Quagliariello, vice presidente dei senatori Pdl - per non rendere questa legge soggetta a interpretazioni. Vogliamo lasciare al medico un margine per poter intervenire a fronte di nuove evidenze scientifiche". Evidente il malcontento all'interno dell'opposizione, a partire dal senatore Pd, Ignazio Marino, che punta il dito contro la proposta di modifica targata Udc. "E' una presa in giro per i cittadini - incalza anche Felice Casson (Pd) - Le loro dichiarazioni anticipate diventano carta straccia".  Anche la capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro, parla di "finzione": "Agli italiani - dice rivolgendosi al Pdl - avete spiegato che questa era una legge per poter scrivere il proprio testamento biologico, ora gli dite che invece non contano più niente. Mi pare che ormai il contrasto con l'art. 2 della Costituzione sia solare e il ricorso ai giudici e alla Consulta sarà inevitabile". No alla donazione del corpo- Il Senato ha bocciato invece un emendamento al ddl sul testamento biologico a prima firma di Ignazio Marino (Pd) che prevedeva la possibilità per il soggetto di lasciare indicazioni nelle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) circa la volontà di donare il proprio corpo, dopo la morte, a fine di ricerca o didattica.