Cos'ha spinto un 73enne ad attentare alla vita dell'arcivescovo di Firenze?

Andrea Tempestini

E' incapace di intendere e volere il pluripregiudicato Elso Baschini, con un passato da rapinatore, (tra cui una rapina compiuta con una bomba a mano ad una filiale di banca a Firenze) che lo scorso 4 novembre nel Palazzo della Curia di Firenze ha sparato con una pistola calibro 7.6 al segretario dell'arcivescovo Giuseppe Betori, don Paolo Brogi, ferendolo all'addome, ed ha puntato la pistola alla testa dell'alto prelato, per poi dileguarsi? O dietro di lui vi è qualcun'altro? L'uomo si definisce devoto, e aveva rapporti con alcuni ambienti ecclesiastici. L'anziano pluripregiudicato ha cambiato più volte versione. Era sua intenzione rapinare o addirittura sequestrare l'arcivescovo. Altra versione è che il gesto era maturato da suoi risentimenti personali contro la chiesa cattolica. Tra le ipotesi degli inquirenti fiorentini vi è quella di una vendetta per l'eredità della contessa Vogel. Altra ipotesi più verosimile è che si tratti di promesse non mantenute da parte dell'arcivescovo di Firenze. Elso Baschini aveva pianificato l'agguato già da molto tempo. Sul suo telefonino sono state rinvenute cinque fotografie, scattate nel lasso di tempo che va da marzo 2010 ad ottobre 2011, e che ritraggono il portone d'accesso posteriore della Diocesi, dove è avvenuto l'agguato, e il cortile interno. Nella sua abitazione è stata rinvenuta una spatola da muratore coperta di terra, con cui si suppone abbia sotterrato l'arma, che a tutt'oggi non è stata trovata. Ieri verso le 14 gli agenti hanno perquisito l'abitazione di Baschini. Il fermo è stato deciso dopo 13 ore di interrogatorio. Il 73enne aveva provato a cambiare aspetto per camuffarsi, tingendosi i capelli di rosso. L'arcivescovo Betori ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di perdonare l'attentatore. di Antonella Colonna Vilasi