Oggi i rossi fanno la festa al premier

Andrea Tempestini

Da qualche giorno su internet, nel mare magnum di Facebook, fa parlare di sè un gruppo: "29 settembre: La festa a Silvio" (pochi, in verità, gli adesori). Giovedì sarà il 75esimo compleanno del premier. "Attenzione, battaglione", recita la descrizione dell'evento: "Anche se la location alla fine è cambiata, il messaggio rimane lo stesso: 'fare la festa' a Silvio Berlusconi in occasione del suo 75esimo compleanno". Inzialmente il ritrovo dei pasdaran dell'antiberlusconismo era previso sotto al dito medio di Cattelan ("ci avrebbe dato una mano") che campeggia a Piazza Affari, a Milano. Francamente troppo facile, scontato, raccogliere tutta l'acredine anti-Cav all'ombra del messaggio "Caro Silvio, mettitelo in quel posto". Perché questo, universalmente, il dito medio significa. A dare un pizzico di creatività all'iniziativa ci ha pensato così la Questura: il drappello si deve spostare in piazza Cairoli. "Poco male - spiega l'organizzatore  -. Non avremo più il dito medio di Cattelan a darci una mano, ma useremo i nostri”. Ragionamento sopraffino. Ma non è tutto. L'amministratore della pagina Facebook si prodiga in metafore: "Torta umana (noi) e tante candeline (i nostri diti medi alzati verso il cielo)". Ahimè, c'è scritto porprio così: "I nostri diti medi". Nemmeno Fantozzi. Poi la preghiera: "Speriamo di avere a disposizione almeno 75 candeline. Sennò sai che figura...". Non si preoccupi, il signor organizzatore, che potrebbe cominciare ad arrossire per "i diti". Ma proprio gli organizzatori precisano che, nel proliferare di metafore e doppisensi, uno è lo slogan ufficiale della manifestazione: "Se non vieni, te lo tieni!". No tranquilli, questa volta il soggetto sottointeso non è il "dito medio" ma il Cavaliere festeggiato. Della serie, o parli ora o taci per sempre e poi non venire a piangere lacrime di coccodrillo. Eppure chi ha ideato l'evento giura che la "festa" non vuole essere nulla di violento. "Lui prende sempre in giro noi - spiegano -, per una volta siamo noi che ci prendiamo gioco di lui". Il popolo del web che ha annunciato la sua adesione all'evento, mosso dal trasporto di matrice grillina che permea il raduno, mosso dall'inesauribile voglia di sbracare, insultare, mandare tutti aff..., risponde all'invito denotando scarsissimo spirito creativo. A chi vuole "fare la festa al Cav" si chiede di pensare a un regalo, a un presente. Ironia? Zero. Creatività? Meno che zero. Merda? Tantissima. Il filo conduttore che pare unire i festeggianti è la cacca. "Tir di letame da versare davanti ai cancelli di Arcore. Almeno anche lui per un po' sarà nella m...", aguzza l'intelletto uno di loro. "Dove si può comprare una m... arrotolata evitando di doverne fare una in casa?", s'interroga un papabile mattatore della prossima stagione di Zelig. Non poteva mancare l'animalista con un debole per i diminutivi: "Posso portare un sacchettino con la cacchina del mio cagnolino?". Fortunatamente c'è anche l'ecologista, che pensa alla differenziata: "Porto una bella tazza del cesso in cartone, l'avevano utilizzata i miei colleghi del marketing per lanciare un nuovo scopino (sempre da cesso)", puntualizza. Poi fioccano messaggi nefasti: "Fategli davvero la festa, anche ai suoi cari amici e sostenitori" oppure "preferirei accendere un cero". Qualcuno lo vorrebbe proprio menare: "Vorrei comunque idealmente fare un regalo a Silviuccio, un bel paio di scarponi con la punta in metallo, ma nel c...". Commento arguto, non c'è che dire. I rancorosi scatenano la loro fantasia: raccolgono scarsi risultati, ottenebrati dalla speranza di un mondo invaso dalle feci. Idee originali per i regali non se ne vedono, una risata è una chimera. Eppure, almeno per qualcuno di loro, la "festa al Cav" potrebbe essere anche una buona occasione per offrire un presente al leader Pier Luigi Bersani. Il destino beffardo, infatti, ha voluto che pur a distanza di anni il segretario democratico e il Cavaliere nascessero lo stesso giorno, il 29 settembre. Ma celebrare il capo popolo del Pd è esercizio difficile anche per loro. Il creatore della pagina Facebook, che si presenta in foto coperto da improbabile basco da armata rossa con tanto di stelletta fiammante in fronte, tra i suoi 'like' non disdegna né Bersani né il Partito Democratico. Eppure, per l'amico segretario sempre più solo, nemmeno un pensiero, nemmeno un pacchettino. L'unica cosa che li accomuna - e che accomuna tutti coloro che si presenteranno in piazza Cairoli - è il fiacco mantra ripetuto ogni giorno. Quel fiacco mantra che nella parodia degli sgommati di Sky si traduce in palle di carta contro un segretario in bianco e nero e senza idee: "Berlusconi si dimetta. Deve fare un passo indietro". Un disco non soltanto rotto, ma frantumato in mille pezzi.