I prof bocciano i sindacati

Albina Perri

È  finita la luna di miele tra insegnanti e sindacato. Stando ai dati dell’ultima ricerca curata dalla Nomisma su commissione dell’Associazione nazionale presidi, il 66% dei docenti si dichiara poco soddisfatto dell’azione della sua rappresentanza sindacale, il 55% crede che i risultati raggiunti da quest’ultima a tutela degli iscritti siano modesti e, dulcis in fundo, per il 49% di loro i sindacalisti negli ultimi anni non hanno fatto nulla per innovare la professione e il sistema scolastico. Un giudizio impietoso espresso peraltro da una delle categoria più sindacalizzate in assoluto: i professori. La ricerca, il cui obiettivo era quello di sondare le aspettative dei docenti ed evidenziare le criticità della scuola di oggi è stata condotta dalla Nomisma, noto istituto di ricerca economica, su un campione di 1500 insegnanti di ogni ordine e grado e di tutta Italia, che tra ottobre e dicembre hanno risposto liberamente alle domande dei questionari. Ma tra le sorprese che riserva la ricerca ve ne è anche un’altra. Il 66% dei prof intervistati si dichiara infatti favorevole a un sistema di riconoscimento del merito. Insomma, la maggioranza vuole che nella scuola si introducano dei nuovi metodi di valutazione per premiare chi lavora di più e meglio. A tal proposito il 57% è d’accordo con l’idea di introdurre nuovi meccanismi di carriera per differenziare la retribuzione. La logica è quella del “chi vale di più intasca di più”. Al Nord ad abbracciare questa concezione imprenditoriale della professione è il 60% degli intervistati contro il 54% di quelli del Centro e il 55% di quelli del Sud.  Flavia Gamberale