Scuola, slitta al 2010
Slitta al primo settembre 2010 l'applicazione della riforma Gelmini del secondo ciclo, inizialmente prevista per settembre dell’anno prossimo, “per dare modo alle scuole e alle famiglie di essere correttamente informate sui rilevanti cambiamenti e sulle innovazioni degli indirizzi: in particolare sul secondo ciclo si aprirà un confronto con tutti i soggetti della scuola sull'applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti”. Lo rende noto in un comunicato il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. “La riforma ha come obiettivo quello di modernizzare l'offerta formativa in Italia ed è il risultato del lavoro di questo governo e dei precedenti ministri Moratti e Fioroni”: a settembre 2009 partirà invece comunque la via riforma di medie e superiori (primo ciclo). Il provvedimento, avverte il Ministero, sarà portato in Consiglio dei Ministri il 18 dicembre. Resta confermato per l'anno scolastico 2009/2010, invece, l'avvio dei cambiamenti per la primaria con il maestro prevalente. Il provvedimento di riforma del sistema dell'istruzione e degli ordinamenti scolastici, spiega il ministero, “sarà portato in Consiglio dei Ministri il 18 dicembre”. Nuova bozza sul maestro unico A settembre 2009 partirà invece comunque la via riforma della scuola primaria con l'introduzione del maestro “prevalente”. Il provvedimento arriverà in Consiglio dei ministri il 18 dicembre e sono anche previsti cambiamenti rispetto all’impianto originale. Stando a quanto hanno fatto sapere le parti sindacali, durante l'incontro a Palazzo Chigi, l'esecutivo di centrodestra avrebbe infatti presentato una bozza di documento che in parte recepisce le richieste arrivate dal mondo della scuola. La scuola dell’infanzia rimarrebbe sostanzialmente com’è, alle elementari verrebbe garantito il tempo pieno con due insegnanti per classe (accogliendo in sostanza quanto contenuto nel cosiddetto “Parere Aprea” (redatto da Valentina Aprea, responsabile delle politiche scolastiche di Forza Italia), alle scuole medie l'orario sarebbe di 30 ore settimanali e non più 29 come ipotizzato e verrebbe garantito il tempo prolungato con la possibilità di arrivare a 40 ore. Ma tra i punti più interessanti c’è certamente quello che riguarda la il sostanziale ritiro del maestro unico che diverrebbe “prevalente” (accompagnato da quello di inglese e religione) e, inoltre, a scelta delle famiglie. Tra le altre cose, non verrebbe più innalzato il numero massimo di alunni per classe. Il governo, sempre secondo le stesse fonti, sarebbe disponibile ad aprire un tavolo sul precariato e in ballo ci sarebbe la possibilità di estendere ai dipendenti della scuola gli sgravi fiscali sulla retribuzione accessoria.