Scuola di Adro, Lancini: "Rimozione dei simboli è fuorilegge"
Ancora polemiche sulla scuola di Adro. A riaprire il dibattito è il sindaco del paese Oscar Lancini, secondo cui la rimozione dei simboli del sole delle Alpi è avvenuta "in modo arbitrario e fuorilegge". A margine di un incontro promosso dalla Lega Nord a Milano, Lancini ha spiegato che una squadra di tecnici sta lavorando a eventuali misure giudiziarie in quanto, a suo dire, l'iniziativa di porre i 700 simboli nell'istituto Gianfranco Miglio è stata "assolutamente legittima e, a oggi, nessuno mi ha ancora detto quale è la legge, il comma, l'articolo che avrei violato". "Non credo che sia il numero che fa la differenza e comunque sia, nella risposta a quella che è stata la primo comunicazione di Colosio (provveditore scolastico regionale ndr.), noi abbiamo risposto in maniere molto aperta, nel senso che eravamo pronti alla discussione: si parlava di razionalizzazione ai fini di una migliore identificazione del simbolo identitario. L'apertura - ha continuato - l'abbiamo data, ci siamo trovati in prefettura e si è discusso; ci si è lasciati con un silenzio stampa in vista di un secondo incontro. Poi qualcuno, arbitrariamente e fuorilegge, ha rimosso i simboli". Replica a Lancini il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che aveva sollecitato la rimozione dei simboli: "La parola fine l'abbiamo già messa perché i simboli sono stati rimossi. Il sindaco non ne è convinto, mi spiace ma ritengo che la scuola debba rimanere fuori da ogni pretestuosa polemica politica. Che riguardi la destra, la sinistra, la Lega poco importa. La scuola è l'istituzione più sacra per eccellenza del Paese, la dobbiamo rispettare e soprattutto la dobbiamo preservare da una conflittualità politica che non fa bene al Paese e di cui credo che la scuola non abbia proprio bisogno". Un riconoscimento a Lancini - A sostegno del sindaco di Adro si è espresso invece l'eurodeputato della Lega Mario Borghezio: Lancini, ponendo il sole delle Alpi sul polo scolastico del suo paese, ha dato dimostrazione di essere "un politico di grande cultura a differenza di molti ignoranti di cui è affollata la politica. Questo perché sa come e da quando esiste questo simbolo che non è un simbolo di partito ma metapolitico, appartenente quindi ai popoli. Non vedo perché non si debba riconoscere il grande valore di questa scelta. Se fossi stato il presidente della Repubblica avrei dato un riconoscimento a questo sindaco perché, con questa sua scelta coraggiosa, ha dato un'indicazione che dobbiamo riconnetterci ai nostri simboli ancestrali".