Mamma uccide la sua bimba
"Il suo pianto mi dava fastidio. Per questo l'ho uccisa". Vent'anni, neo mamma da quindici giorni, Morena Loprete ha confessato: ha ucciso la propria figlioletta Annarita di appena due settimane, trovatamorta nella notte tra domenica e lunedì nella sua culla a Gagliano,quartiere a nord di Catanzaro. Dopo una furibonda lite con il marito Rosario Donato, 23 anni, e infastidita dai vagiti della piccola, la ragazza ha prima sferrato due coltellateal consorte, colpendolo all'addome e all'orecchio, quindi ha preso Annarita che piangeva e l'ha gettata a terra, spaccandole il cranio.Secondo i primi accertamenti, il corpo della neonata presenta lesionialla testa compatibili con un violento impatto a terra. Il padre della bambina èriuscito a fuggire e si trova ora ricoverato in condizioni non gravinel reparto di chirurgia dell'ospedale di Catanzaro. La donna, dopo la confessione, è stata arrestata con l'accusa di omicidio volontario. Sconvolti i vicini di casa e gli amici della giovane mamma: "Tutto il quartiere è in lutto, non ci sono giustificazioni per una storia così su una bambinadi appena 15 giorni". Secondo quanto raccontato dai vicini Morena aveva un temperamento molto forte, provocato forse anche da alcune disavventure familiari che l'hanno resa orfana da piccola; Rosario, invece, è un bravo ragazzo che si guadagnada vivere facendo l'elettricista. Non era infrequenti i litigi tra i due. "La famiglia è diventata un campo di battaglia", ha sottolineato lo psicanalista e criminologo Francisco Mele, docente di Sociologia della Famiglia e direttore del Settore Terapia Familiare del Ceis, commentando il sanguinoso episodio, "ed è afflitta da una crisi profonda e strutturaleche è il riflesso in qualche modo di quella economica e sociale che è in atto a livello globale. Nella famiglia stanno venendo meno quei meccanismi e quelle difese che mantengono sotto controllo conflitti e tensioni. C'è da chiedersi perchè due persone che si promettono amore diventano nemiche al punto da cercare di uccidersi? L'impressione è che ciascuno dei due in realtà ha bisogno dell'altro, come se sposandosi abbiano voluto scegliere il 'nemico giusto' da amare e da combattere. Accade così che davanti a problemi esterni ci sono coppie che, invece di unirsi per affrontare le avversità, aumentano la loro conflittualità. In questo caso si tratta di una coppia molto giovane, che ancora non ha trova l'equilibrio per coordinare le azioni della convivenza e amalgamare leesigenze personali. Il bambino diventa così vittima innocente del potenziale di violenza che unisce o divide i genitori"