Scuola di Adro. Domani mattina il corteo del PD
Torneranno ad accendersi domani mattina i riflettori sulla nuova scuola di Adro (Brescia), finita al centro della boutade politica per la decisione del sindaco leghista Oscar Lancini di “tappezzare” la struttura con il “Sole delle Alpi”, il simbolo stesso del Carroccio. Sabato 18 settembre dalle ore 9 alle ore 12 nella piazza del mercato, infatti, si formerà un corteo organizzato dal Pd (e a cui si sono associate diverse altre associazioni non solo di stampo politico) che sfilerà per il paese della Franciacorta per manifestare il proprio dissenso contro l’iniziativa del primo cittadino bresciano. Il caso – Del resto già dall’inaugurazione del nuovo plesso scolastico dell'11 settembre molti si erano scagliati contro l’amministrazione locale: a sventolare solo il Gonfalone del comune, mentre la bandiera italiana era assente (per il sindaco Oscar Lancini il polo scolastico "è stato realizzato con le risorse del Paese di Adro). E poi, soprattutto, una sfilza di simboli leghisti: dai cartelli di divieto di calpestare le aiuole agli zerbini d’ingresso, passando per i cestini e i banchi. Chi li ha contati ha parlato di 700 Soli delle alpi, con il gruppo di sinistra che ha anche avanzato un’interrogazione in seno al consiglio regionale del Pirellone. Difesa leghista – La giunta del paese ha provato a smorzare i toni affermando che il Sole delle alpi è stato scelto non perché simbolo della Lega ma perché appartenente all'iconografia del comune e alla tradizione locale. Una difesa che evidentemente non ha convinto molti, meno che meno i manifestanti che, sfruttando internet e i social forum, si stanno dando appuntamento domani mattina a Adro. Evitando sterili e inconcludenti polemiche politiche, il commento più azzeccato sembra essere quello del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, la quale ha affermato: “mi piacerebbe che tutti coloro che hanno polemizzato insieme a me con il sindaco di Adro, lo facessero per coerenza anche le molte volte in cui sono simboli della sinistra ad entrare in classe”. E’ innegabile, infatti, come nelle pubbliche dello Stato italiano le ideologie politiche abbiano spesso e volentieri fatto capolino per imporre tra i giovani le loro influenze. Un malcostume diffuso soprattutto nel passato. Ora il rischio è che si ponga rimedio agli errori fatti con altrettanti sbagli analoghi. E, ancora una volta, i bambini di Adro (6-10 anni!) si ritroveranno con cortei, media e riflettori fuori dalle finestre delle loro classi. E tutto questo per la sana e bella politica nostrana.