La Cassazione ha deciso:
Si può staccare la spina. Ora Eluana Englaro può andarsene in pace. La Cassazione ha infatti respinto il ricorso della procura di Milano e quindi l'alimentazione e l'idratazione possono essere legalmente sospese. La Suprema Corte ha dunque accolto la richiesta del procuratore generale che chiedeva l'inammissibilità del ricorso della procura del capoluogo lombardo contro la Corte d'appello di Milano, la quale aveva concesso lo stop all'alimentazione della donna (oggi 37enne) in coma irreversibile da quasi 17 anni (da gennaio 1992 la Englaro si trova infatti in stato vegetativo permanente). Le sezioni Unite civili della Cassazione hanno dichiarato inammissibile per "difetto di legittimazione" il ricorso sulla vicenda di Eluana: La procura generale di Milano, in altre parole, non poteva impugnare la decisione con cui era stata autorizzata la sospensione dell' alimentazione artificiale che tiene in vita la paziente. La decisione dei giudici è stata accolta con un sospiro di solievo dal padre della donna, Beppino, il quale ha letto nella sentenza la "conferma che viviamo in uno stato di diritto". E spetterà proprio a Beppino il compito di 'staccare la spina', Eluana sarà dunque presto trasferita in una clinica per le sue ultime ore. Accanto a lei, oltre al medico, ci sarà, come sempre, suo padre. Che per lei sta lottando da oltre sedici anni.