Morirono in un rogo

Albina Perri

A distanza di due anni torna sulle pagine della cronaca italiana la tragedia di Campello sul Clitunno: quattro operai persero la vita in un incendio mentre stavano compiendo dei lavori presso le strutture della Umbria Olii, società fondata nel 1945 dalla famiglia Del Papa e che ingloba le maggiori raffinerie di olii di oliva d’Europa. L’azienda ha infatti chiesto 35 milioni di danni ai famigliari di Tullio Mocchini, Giuseppe Coletti, Wladimir Toder e Maurizio Manili, le quattro vittime del rogo, e all’unico superstite, Klaudio Demiri. A farlo è in particolare l’amministratore delegato, Giorgio Del Papa, che all’indomani della tragedia fu accusato di violazione sulle norme di sicurezza e omicidio colposo plurimo. Las svolta è arrivata dopo che una perizia richiesta dal tribunale civile di Spoleto dimostrerebbe che i quattro operai che stavano lavorando all’installazione di una passerella per collegare due silos, avrebbero dovuto sapere che non era raccomandabile l’uso di saldatori per il rischio portato dalle fiamme ossidriche. Era il novembre 2006. Ora Morena Sabatini, vedova di Maurizio Manili, dà sfogo a tutta la sua rabbia: “E' come se mio marito fosse morto un'altra volta". I legali della famiglia, Sandro e Dino Parroni, ricordano che la domanda di risarcimento dei danni si appoggia su un accertamento tecnico ancora “sub juidce”. Sulla stessa linea le dichiarazioni dei legali Giovanni Bellini e Francesca Di Maolo, che assitono la famiglia di Tullio Mottini: “L’azione civile dell’Umbria Olii ha l’evidente finalità di distogliere l’attenzione dal procedimento penale in corso, nel quale l’unico imputato è il signor Giorgio Del Papa, il titolare dell’azienda stessa”.