Palermo, l'emergenza rifiuti non si placa e il comune litiga con la Regione
A Palermo è emergenza rifiuti. Nella notte sono ripresi i roghi dopo alcuni giorni di calma. I più vasti sono stati appiccati in via Ruffo di Calabria e via Luigi Cosenz, strade dove ciclicamente si formano mini discariche di pattume a causa dei disservizi nella raccolta. Anche diversi cassonetti stracolmi, sparsi nella città, sono stati bruciati. Quest’oggi il prefetto di Palermo ha autorizzato la giunta comunale all’utilizzo della quinta vasca della discarica di Bellolampo, sulla quale però restano delle divergenze sulla capienza (180 mila metri cubi secondo l’azienda comunale di igiene ambientale, 300 mila m3 secondo la prefettura). Inoltre, il sito è oggetto di indagine giudiziaria a causa della presenza di liquami velenosi e dello smaltimento non corretto del percolato – il liquido prodotto dalle infiltrazioni d’acqua nei rifiuti. Le forze dell’ordine hanno scovato nella discarica un lago di percolato misto a liquidi tossici dal diametro di 100 metri, con l’elevato rischio che questo abbia già contaminato le falde acquifere. Due anni dopo il caso Napoli, stavolta tocca al capoluogo siciliano essere sommerso dall’immondizia, quindi. Il governatore Lombardo ha paventato la possibilità di dichiarare lo stato di emergenza per la città di Palermo. Il sindaco Cammarata, però, ritiene che "sia necessario che il presidente della Regione chieda lo stato d’emergenza per i rifiuti non solo a Palermo, ma nell’intera regione per l'identificazione di un percorso serio e credibile che affronti il problema alla radice". Il governo regionale sta valutando l’ipotesi di smaltire i rifiuti fuori dall’isola, come ha svelato l’assessore ai Servizi di pubblica utilità, Pier Carmelo Russo: si tratta "di prevenire - spiega - gli effetti disastrosi che avrebbe sul 25% del sistema dei rifiuti regionale una possibile chiusura della discarica di Bellolampo qualora fosse dichiarata inagibile dalla magistratura per via dell’inquinamento da percolato, vicenda su cui sono in corso indagini giudiziarie; o qualora Bellolampo si esaurisse malgrado le previsioni". Il sindaco contro il governatore – Diego Cammarata, primo cittadino di Palermo, ha accusato nei giorni scorsi il governatore per l’emergenza rifiuti: "Le responsabilità sono esclusivamente di Lombardo per i ritardi nell’approvazione del piano di rifiuti regionale e di un sistema alternativo di smaltimento ". Inutile cercare riparo puntando l’indice sulla mafia, ha poi aggiunto il sindaco perché “le affermazioni trite e ritrite sulle infiltrazioni mafiose su queste opere fatte dal presidente della Regione non lo salvano dal trovare soluzioni alternative". Cammarata si è schierato più volte a favore dei termovalorizzatori. La Regione attende l’ordinanza della Protezione civile che affidi nei prossimi giorni alla Regione il compito di procedere, in accordo con il governo, alle soluzioni tecniche per fronteggiare l’emergenza. Giovedì, intanto, si svolgerà a Roma la riunione del tavolo tecnico, istituito dopo gli incontri dei giorni scorsi con il ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo e il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso, per valutare le proposte di variante alla quinta vasca di Bellolampo che consentano di aumentare l’abbancamento dei rifiuti. Ne seguirà un’altra - probabilmente venerdì - di profilo più politico per seguire l’attività del tavolo tecnico e sollecitarne i risultati. Discariche abusive - Quattordici persone sono state denunciate ieri dai carabinieri del comando provinciale di Palermo nell’ambito di un servizio di tutela del territorio e dell’ambiente nella zona di Cefalù, perché i militari hanno scoperto in contrada Sant'Oliva una discarica abusiva contenente 15 veicoli a motore fuori uso e parti di questi in stato di abbandono, usurati, considerati rifiuti speciali e pericolosi. L’area è stata sottoposta a sequestro e il proprietario è stato deferito per realizzazione di discarica non autorizzata.