Amanda e Raf restano in cella
Amanda e Raffaele aspetteranno dietro alle sbarre il processo per l’omicidio di Meredith. Il giudice Palo Micheli ha rispedito al mittente la richiesta di scarcerazione presentata dai difensori dei due presunti assassini. E questo perché una volta fuori di prigione, questi due ragazzi, potrebbero uccidere di nuovo e fuggire all’estero per evitare di essere processati e condannati. Soprattutto la Knox. C’è il forte rischio, sta scritto nelle 17 pagine del provvedimento del giudice dell’udienza preliminare, che la studentessa americana possa darsela a gambe; dileguarsi negli Stati Uniti dai quali è venuta. Idem il complice Sollecito, per lui quale uno dei difensori (Luca Maori) aveva messo a disposizione la casa della moglie come sede ideale dove scontare gli arresti domiciliari. Ieri sera hanno ammesso la delusione e la sorpresa: «Non ce lo aspettavamo», sono state le poche parole di Marco Brusco. Amanda adesso ha paura davvero: «Continuo a non capire per quale ragione si ostinino a tenermi in cella. Voglio uscire da qui. Mi aspettavo il processo, non mi ero certo illusa di scamparlo, ma credevo di poter affrontare la Corte d’assise da libera e non da prigioniera. Mi tengono dietro alle sbarre da un anno, senza nemmeno una prova». Luciano Ghirga, il suo avvocato, invece considera il rischio della reiterazione «del tutto infondato» ma ammette che si aspettava il parere negativo. Raffaele si è irrigidito: «Ma come? Ancora in cella devo stare?», ha chiesto. «Non ha nessun senso continuare a tenermi qui. Non ho ucciso l’amica di Amanda, quella sera ero a casa mia e non voglio smettere di pensare che a processo mi crederanno». Cristiana Lodi su Libero di giovedì