Lascia i bimbi nel cassonetto
Questa è una storia incredibile, al limite dell’inimmaginabile, fatta di crudeltà e forse ignoranza, di bestialità. E quando ci si trova di fronte ad una storia così viene voglia di scrivere: per favore, prendete quell’uomo, seppellitelo in galera. Toglietelo dal mondo. Uomo? E cosa mai avrà di umano quel tizio di cinquantadue anni che lunedì sera a Roma, periferia est della città, era vicino ad un cassonetto dell’immondizia? Piazza Pino Pascali, quartiere Tor Sapienza. Era una borgata, una volta. Oggi la chiamano periferia. Degradata? Come tante altre. Di sera è zona di trans e prostitute. Buio. Auto che vanno e vengono. Da queste parti i decreti e la lotta alla prostituzione non sono ancora arrivati. L’uomo è in compagnia di una ragazzina, una sedicenne. È sua figlia. I due sono romeni. Fra qualche ora diranno che sono scappati da Torino, fuggiti in treno perchè li volevano rapire. Sono giunti a Roma in cerca dei parenti. Una pessima bugia. Questi uomini qui, purtroppo, non li rapisce nessuno. Guido Martino, agente della stradale in borghese, è in zona in compagnia di due colleghi. E’ a bordo di una Golf civetta. Sta svolgendo un’indagine. Nota quell’uomo e quella ragazzina in tuta da ginnastica. Vede che i due tentano di nascondersi. Si insospettisce, si avvicina e chiede i documenti. E mentre controlla quella patente fasulla sente un rumore provenire dal cassonetto dell’immondizia. Un vagito, si direbbe, proprio un vagito, il lamento di un neonato... Mattias Mainiero su Libero di mercoledì