Altro suicidio tra gli agenti della polizia penitenziaria

Roberto Amaglio

Frosinone, Brescia, Sulmona e, martedì mattina, Pesaro. Oggi Antonio Smacchia, 44enne assistente capo della polizia penitenziaria del carcere della città marchigiana, si è tolto la vita nella sua abitazione sparandosi con la pistola di ordinanza. Nel giro di nemmeno 30 giorni, questo è il quarto suicidio che si registra tra le fila della polizia penitenziaria italiana, indice evidente di un disagio sociale che avvalora ancora una volta la necessità di una riforma organica del sistema carcerario nostrano, già da qualche mese in discussione nelle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. L'agente di Pesaro, che da qualche tempo si trovava in convalescenza per un incidente stradale, sarebbe dovuto rientrare in servizio proprio oggi. La scoperta è stata fatta intorno alle 11 dalla postina che, giunta alla casa per consegnare una lettera, ha visto del sangue uscire dalla porta. Quando i soccorsi sono giunti sul posto hanno trovato l'uomo ancora agonizzante: è spirato durante il trasporto in ospedale.