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Trento, 100mila euro per trasferirti in paradiso: l'offerta, quali sono i comuni coinvolti

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Luca Puccini
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Sei in mezzo al bosco. Gli odori del muschio, i sentieri, la pace. Soprattutto la pace. Stress, zero. Corse in ufficio, manco. I vicini (non troppi) che non schiamazzano. Ti pagano, adesso, per andare a vivere in paradiso. La provincia autonoma di Trento sta per approvare «un provvedimento di coesione sociale per ripopolare alcuni Comuni», come spiegano i responsabili. E questi Comuni (una trentina: piccini, per carità, quelli che si stanno spopolando, che hanno sempre meno nascite) sono da sogno.

Come Bresimo, per esempio, che è la perla nella Val di Non, e che ha anche le rovine di un castello del XIII secolo. O come Vermiglio, in Val di Sole, con le sue case raggruppate sul pendio e diventato famoso, l’anno scorso, per il film di Maura Delpero che è stato pure selezionato per rappresentare l’Italia alla notte degli Oscar di Hollywood. O come Palù del Fersina (Valsugana) che sembra rimasto sospeso tra i suoi masi e la tradizione dei mòcheni; come Terragnolo (Vallagarina) che sbuca in mezzo agli alberi alla moda di un fungo porcino; come Canal San Bovo (nel Primiero) che ha così tanti dipinti murali da perdere il fiato.

 

Il piano del Trentino per ripopolare queste (e altre) località dovrebbe diventare realtà tra circa un mese e mezzo e consiste nell’erogazione di un contributo a fondo perduto di 80mila euro per la ristrutturazione di un immobile (su una spesa complessiva di 200mila euro, che vale il 40% nei centri storici e il 35% nelle altre aree) e di altri 20mila per il suo acquisto. Totale 100mila euro di incentivo per cambiare vita, ma cambiarla seriamente.

 

Chiunque potrà partecipare al progetto che può essere pensato anche in chiave di affitto (però a canone moderato e destinato a lavoratori o cittadini che decideranno di spostare la loro residenza in Trentino per almeno dieci anni). Se si è residenti l’unico requisito è avere almeno 45 anni.
«Non chiediamo l’Isee», dicono i promotori, «ma che si portino al territorio nuovi abitanti. Stiamo parlando di Comuni “marginali” molto piccoli in cui l’immissione di soli cinque nuovi gruppi familiari cambia la vita di un paese».

 

“Marginali”, d’accordo. Ma da cartolina. È il desiderio (proibito) di tanti: mollare tutto, scappare dalla metropoli. In montagna lo spazio non manca, il rapporto è più diretto, nel borgo (in qualsiasi borgo) ci si conosce tutti. Cambia la prospettiva, ovvio. Cambiano le esigenze. Ma vuoi mettere con la frenesia di un’esistenza sempre di corsa, l’incognita dei mezzi pubblici, le ore perse a cercare parcheggio?

 

«Il provvedimento è diretto ai proprietari o ai futuri titolari di diritto reale sugli immobili che necessitano di una riqualificazione per essere abitati», continua la Provincia di Maurizio Fugatti (Lega), «non vogliamo escludere la possibilità che qualcuno acquisti uno stabile deperito e con questi fondi lo ristrutturi. Stileremo delle graduatorie sulle domande già accolte per tranches di tre o quattro mesi di raccolta, in modo da dare la possibilità di iniziare i lavori già quest’anno».

 

Fare bene, fare presto. Che poi è uno dei tratti caratteristici della gente di montagna: essere pratici, non avere paura a rimboccarsi le maniche, affrontare i problemi concretamente. Magari con dieci milioni di euro di “tesoretto” messo da parte, per una capienza di cinque milioni all’anno «e un importo previsto di 50mila euro per casa agevolata». Hai detto niente.

 

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