
Il Medioevo è scritto pure nei nostri nomi

Vi siete mai chiesti perché la piccola Ginevra che scorrazzava l’altro giorno al parco porti lo stesso nome di una regina del ciclo arturiano? O perché il ristorante di tendenza sotto casa si chiami Chichibio, come il cuoco burlone di una novella di Boccaccio? Il medioevo è tra noi, ma forse non ce ne siamo mai davvero accorti. Enzo Caffarelli, con il suo libro L’anima medievale nei nomi contemporanei (Olschki edizioni, euro 35), ci accompagna in una sorta di caccia al tesoro linguistica che svela come il passato remoto si sia infilato nei dettagli più insospettabili della nostra quotidianità. Allievo del grande Luca Serianni, Caffarelli è tra i massimi esperti italiani di onomastica storica. La sua scrittura, puntuale e mai pedante, accompagna il lettore in un viaggio tra i nomi, che diventa anche un itinerario nella memoria collettiva, un invito a guardare con occhi diversi ciò che ci circonda: la via che percorriamo ogni giorno, l’insegna di una bottega, il nome o il cognome del nostro vicino di casa. Sotto l’occhio vigile- e affilato - dello studioso, i nomi di persona, le insegne commerciali, i toponimi e perfino i marchi aziendali si trasformano in fossili viventi di un Medioevo che tante volte è anche immaginato, immaginario (...)
Clicca qui, registrati gratuitamente su Liberoquotidiano.it e leggi l'articolo integrale di Marino Pagano
Dai blog

"Il dottor Zivago", una regia potente e fluida che avvince anche 60 anni dopo
