La struttura
Firenze, i frati pronti a occupare l'ex caserma: cosa c'è dietro al caso clamoroso
Sono pronti a dare battaglia. Se del caso pure «a occupare l’ex distretto militare qualora iniziassero i lavori». Padre Giuseppe Pagano, priore di Santo Spirito, una delle basiliche simbolo di Firenze, quella “rsa di lusso” nell’ex caserma Ferrucci, a due passi dalla sua canonica, non la vuole vedere nemmeno col binocolo. E, assieme agli altri frati agostiniani d’oltrarno, lancia la battaglia. L’occupazione come «ultima ratio», un presidio annunciato dal comitato Salviamo Firenze per il 20 marzo, e la polemica che coinvolge persino l’Arcivescovado.
Nei giorni scorsi, infatti, l’arcivescovo fiorentino Gherardo Gambelli, ha scritto una lettera al ministro della Difesa Guido Crosetto chiedendo un incontro per discutere la questione. Passo indietro, altrimenti non ci si capisce: la Difesa servizi, che è una società della Difesa, tre anni fa ha bandito una gara per la realizzazione di una residenza per anziani facoltosi in quel quartiere storico di Firenze. L’assegnataria è risultata la Fastpol srl, ditta del posto, e il piano non è (economicamente) di poco conto.
Tuttavia padre Pagano non lo ha gradito e ha rilanciato con una sorta di contro-proposta elaborata anche con l’aiuto dell’università americana di Villanova: vorrebbero, i frati fiorentini, riunire i due chioschi storici e trasformare quegli spazi in un polo culturale-universitario, magari anche con l’aggiunta di una biblioteca, una sala conferenza e una “foresteria” per «gli studenti nel modello dei pellegrinaggi, a offerta libera o con servizi di utilità quotidiana e non in affitto», in modo da preservare «il valore storico e religioso» dell’area.
A questo proposito Gambelli, che ha firmato la missiva per Crosetto assieme a padre Alejandro Moral Antòn, ossia il priore generale degli agostiniani, ha fatto notare che l’idea dei frati «consente di mantenere inalterato il ruolo ricoperto dal monastero nel corso della storia rendendo nuovamente fruibile un patrimonio universale di inestimabile valore». È almeno dal 2023 che Padre Pagano è impegnato sul fronte: con alcuni volontari ha organizzato sia una petizione on-line sia un incontro pubblico il cui titolo, stringi stringi, la dice tutta: “Salvare Santo Spirito”.
I frati di Santo Spirito, tra l’altro, stanno valutando anche la possibilità di ricorrere alle vie legali: «A oggi», spiega per esempio l’avvocato Lorenzo Calvani, «non risultano scie (la scia è la segnalazione certificata di inizio attività, un documento necessario per avviare i cantieri di ristrutturazione di un immobile: ndr) o permessi a costruire e neanche un parere espresso dalla Soprintendenza, che sarebbe inevitabile. In tal caso», aggiunge, l’alternativa sarebbe «rivolgerci al Tar». «Se sentiamo il rumore» di anche solo un operaio, è la posizione fermissima di padre Pagano, «siamo pronti ad aprire le porte e occupare con l’aiuto dei nostri anziani. L’rsa cozzerebbe con la nostra presenza secolare, e la convivenza non sarebbe possibile per come è ideato il progetto».
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Del caso, nelle ultime ore, se ne sta occupando anche la politica di Piazza della Signoria: «L’amministrazione comunale (di centrosinistra, ndr) sarà sicuramente disponibile ad aprire un tavolo di co-progettazione sulle possibili attività da inserire all’interno del complesso, ribadiamo la nostra massima disponibilità al dialogo», commentano i dem fiorentini e anche l’ex candidato sindaco per il centrodestra Eike Schmidt, che in passato ha diretto gli Uffizi, esprime «solidarietà a padre Pagano e ai padri agostiniani: dopo la tragedia dell’abbandono da parte dei domenicani di San Marco di Firenze, che per secoli è stato un centro mondiale anche artistico, non possiamo rischiare di perdere anche questo centro culturale e spirituale frequentato tra l’altro da Petrarca e da Boccaccio».
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