Corvetto
Ramy, lo strano retroscena sulla morte del ragazzo egiziano a Milano: "Il giubbotto e il palo spariti", poi la scoperta
Un caso nel caso. Non si trova, a quanto pare, il palo semaforico sotto al quale Ramy Elgaml, come si legge nella relazione dei sanitari che lo soccorsero, venne trovato "parzialmente incastrato" al termine dell’inseguimento dei carabinieri la notte del 24 novembre 2024. In attesa del deposito della perizia cinematica che potrebbe chiarire meglio la dinamica in cui perse la vita il giovane passeggero dello scooter guidato da Fares Bouzidi, emerge questo elemento inedito. A quanto apprende l’AGI, è stato lo stesso ingener Marco Romaniello, incaricato dello studio cinematico che sarà consegnato alla Procura tra un paio di giorni, a scriverlo in una mail dell’8 febbraio. L’avvocata Barbara Indovina, legale dei familiari di Ramy, avrebbe sollecitato con un’istanza i magistrati che indagano chiedendo notizie su che fine avesse fatto quello che ritiene "un elemento fondamentale" nella ricostruzione di quanto accaduto e che, a suo parere, sarebbe dovuto essere sequestrato nell’imminenza dei fatti.
La circostanza che la corsa a tutta velocità di Ramy sia finita contro al palo del semaforo sul marciapiede di via Ripamonti sembrerebbe essere avvalorato da alcune fotografie agli atti dell’indagine e anche il testimone O. lo riferisce. L’altra ipotesi è che la causa del decesso sia stata l’impatto con l’asfalto. Non solo il palo, ma anche il giubbino che indossava Ramy al momento dello schianto contro il palo che gli spaccò in due la schiena, non è mai stato trovato.
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Anche in questo caso l’istanza dell’avvocata Indovina non ha avuto risposta dai pm che indagano Bouzidi e il militare che guidava la gazzella dell’Arma per omicidio stradale. In una seconda inchiesta sono indagati altri due carabinieri per favoreggiamento, frode processuale e depistaggio. Una terza tranche dell’indagine è stata avviata nei giorni scorsi dopo la denuncia dell’avvocata Debora Piazza, che assiste Fares, nella quale si ipotizzano i reati di lesioni e falso a carico di due carabinieri, il conducente dell’auto e un altro che redasse il verbale in ipotesi non veritiero. Nei prossimi giorni saranno depositati anche gli esiti dell’autopsia che, a quanto si è saputo, non presenta novità rispetto a quanto già si sapeva. Ramy Elgaml morì per la lesione dell’aorta dovuta a un violento impatto. "Il palo semaforico sotto al quale venne trovato morto Ramy Elgaml, come testimoniano le fotografie agli atti dell’inchiesta della Procura di Milano, è stato smantellato e smaltito dall’Amsa, l’azienda dei rifiuti cittadina", è quanto però si apprende in ambienti investigativi sul ’destinò del palo della cui esistenza ha chiesto più volte conto l’avvocata Barbara Indovina, che assiste i familiari del giovane passeggero dello scooter guidato da Fares Bouzidi e lungamente inseguito dai carabinieri per non essersi fermato.