Alta tensione

Maranza, la sfida ai napoletani: "Sabato faremo un macello", è allarme-violenza

Claudia Osmetti

Più che una partita si preannuncia uno scontro. E nemmeno tanto tra tifosi. Da una parte i “maranza”, quei giovani, spesso esagitati, un po’ su di giri, sempre pronti ad attaccar briga; dall’altra “padroni di casa” già decisi a farsi valere. Nord contro sud, che messa così sembra una sfida di quelle titaniche, campanilismo e territorialità, ma che, se ci aggiungi il (sacro) pallone e persino il gusto a scatenare tafferugli, diventa un allarme serio, un appello a stare calmi e addirittura un’interrogazione parlamentare.

San Paolo, inteso come stadio. Il Maradona. Napoli. Sabato pomeriggio. Cioè il primo marzo, domani: ore 18. Napoli - Inter. Il campo di gioco, tuttavia, per adesso è quello dei social network: perché, d’accordo, la gara è di campionato e gli occhi saranno puntati su Lukaku e Lautaro, però, ecco, è sugli spalti che si rischia il patatrac e la chiamata alla “guerriglia” (già ora) arriva su TikTok. «Sud preparati, arriviamo noi e sarà guerra. Tutti col Frecciarossa. Prima tappa Roma, poi Napoli e Sicilia. Faremo un macello e scapperanno tutti. Perché quelli del sud parlano male di quelli del nord». Una “challenge” (per usare il linguaggio di internet: appunto, una sfida) che si alimenta a colpi di post, commenti, e minacce (per il momento) virtuali.

 

 

 

La lanciano i “maranza”, rispondono (praticamente subito) gli appassionati azzurri: «Stamm tutti pronti, ve scassammo, ve facimme capì comm’è o sistema» (Siamo tutti pronti, vi devastiamo, vi facciamo capire come funziona). Oppure: «Venite, vi aspettiamo, ma non vi servirà il biglietto di ritorno». Prospettiva tesa, insomma.
Incandescente. Che si alimenta in rete con decine di video: ragazzi e ragazzini, tute nere, cappello di lato, marsupio portato a tracolla, scarpe da ginnastica. Un po’ trapper un po’ bulletti da strada, sbruffoni che col tifo (quello vero) c’entrano zero. C’entra, al contrario, il profilo di un 24enne torinese ma di origini marocchine che è tra i più attivi per questa “adunata” digitale: «A tutti quelli del sud che si esaltano dicendo “noi abbiamo questo” (e in qualche immagine, mima il gesto di premere il grilletto, ndr) rispondiamo che è roba da film. La vita reale è un’altra. Totò Riina ci ha lasciato anni fa. Se salite al nord vi scippiamo 'o telefonino».

Il primo a sollevare la questione è il deputato dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. Il caso passa rapidamente dai cellulari iperconnessi ai palazzi della politica. «Al di là della veracità o meno di queste inquietanti sfide social», mette in guardia Borrelli, «si sta creando un clima pesantissimo che potrebbe sfociare in azioni violente e di guerriglia le quali vanno assolutamente evitate con una maggiore presenza di uomini delle forze dell’ordine». Primo, prevenzione. Secondo, monitoraggio. Terzo, ragionamento a latere (che esula, diciamo, dal match calcistico ed è, invece, assai più riferito a un discorso ampio sulla società odierna): «Purtroppo queste sfide della vergogna sono sempre più presenti su TikTok. Bisogna verificare se davvero qualche esaltato scenderà a Napoli con l’intento di creare degli scontri. Una follia che segna un passo ancora più basso raggiunto dal nostro sistema sociale».

 

 

 

E una preoccupazione bipartisan, che niente a che vedere coi partiti: non a caso è il senatore della Lega Gianluca Cantalamessa, che fa anche il coordinatore provinciale del Carroccio sotto il Vesuvio, ad annunciare un’interrogazione parlamentare sulla situazione nei confronti di Matteo Piantedosi, il ministro dell’Interno. «Decine di giovani e giovanissimi appartenenti a gruppi di “maranza” hanno lanciato una sfida al sud», dice il leghista, si tratta di «una sfida che preoccupa sia perché da Napoli sono già arrivate le repliche sia perché si giocherà la sfida scudetto». E magari, allo stadio, ci saranno centinaia di famiglie che vogliono solo godersi novanta minuti di sport in santa pace. «Vista l’attenzione che la Lega e il governo dimostrano sul tema delle baby-gang», precisa Cantalamessa, «presenterò (in realtà l’ha fatto ieri, ndr) un’interrogazione. Dobbiamo evitare che Napoli sia tenuta in scacco da questi “fenomeni” soliti postare video carichi di odio e inni alla violenza, che minacciano seriamente la sicurezza nelle nostre città».