Il blitz

Milano, la polizia arresta un turco: accuse gravissime, "immigrazione clandestina e strage"

La Polizia di Stato di Milano, delegata dalla Procura della Repubblica di Milano - Sezione Distrettuale Antiterrorismo - ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Milano, nei confronti di un cittadino turco di 38 anni, dimorante in Italia, indagato per associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità, finalizzata alla commissione di una serie di reati tra cui quelli di detenzione e porto abusivo di armi anche clandestine, traffico internazionale di armi, favoreggiamento immigrazione clandestina, omicidi, stragi, traffico di sostanza stupefacente, riciclaggio, falsificazione di documenti d’identificazione, ricettazione ed autoriciclaggio.

Il provvedimento cautelare scaturisce dalle successive attività d’indagine svolte dagli investigatori della SISCO di Milano, della Squadra Mobile di Como e dal Servizio Centrale Operativo di Roma relative a un’associazione transnazionale composta prevalentemente da cittadini turchi dedita a una serie indeterminata di reati nonché di una banda armata con finalità di terrorismo, facente capo a un cittadino turco attualmente detenuto, arrestato lo scorso 22 maggio insieme ad altre 20 persone nel corso di una vasta operazione di polizia che oltre all’Italia ha visto coinvolte la Svizzera, la Bosnia e l’Olanda.

Le indagini svolte al tempo e coordinate dalla Procura avevano documentato con attività tecnica e costanti servizi di osservazione come il capo dell’organizzazione criminale, dal luogo degli arresti domiciliari dove si trovava per detenzione e porto di arma comune da sparo, continuasse a dirigere e coordinare dall’Italia il vasto sodalizio criminale gestendo un traffico di sostanza stupefacente e di armi nonché il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso la cosiddetta rotta balcanica.

L'uomo avrebbe altresì ordinato la commissione di reati anche terroristici in Europa, in particolare a Berlino, con l’omicidio di un cittadino turco avvenuto il 10 marzo scorso, e pianificato, in Turchia, un attentato a una fabbrica di alluminio, tra il 19 e 20 marzo scorso, attraverso l’utilizzo di armi connotate da un’elevata potenza di fuoco. Quest’ultimo attentato alla fabbrica è fallito solo grazie allo scambio informativo tra la Polizia di Stato tramite l’Interpol e la polizia turca del Kom.

Le successive indagini, hanno consentito di documentare come, pur essendo detenuto, il capo dell’organizzazione, attualmente transitato al regime speciale del 41-bis, tramite il soggetto tratto in arresto, a lui legato da un rapporto di parentela e attualmente richiedente asilo, stesse continuando a impartire ordini e direttive agli altri associati per il tramite di pizzini consegnati durante i colloqui in carcere.Inoltre, l'uomo arrestato oggi faceva parte di un apposito gruppo giunto in Italia verso la metà di maggio dello scorso anno, il cui scopo era quello di proteggere il boss da eventuali attentati di gruppi rivali e far fronte alle sue necessità economiche, organizzative e logistiche.