Ricoverato al Gemelli

Papa Francesco, perché il bollettino non indica l'esito della Tac: filtrano voci dal Vaticano

Caterina Maniaci

«Le condizioni cliniche del Santo Padre rimangono critiche, ma stazionarie. Non si sono verificati episodi acuti respiratori ed i parametri emodinamici continuano ad essere stabili». Lo spiega l’ultimo bollettino serale dalla Sala stampa vaticana. Dopo una notte tranquilla, senza nessuna crisi respiratoria, il paziente si è potuto mettere seduto, mangiare e trascorrere una giornata discreta (fonti vaticane hanno rimarcato che «si è potuto alzare»), ha ricevuto l’Eucarestia, dedicando tempo ed energie anche al lavoro. Il Pontefice «in serata ha effettuato una tac di controllo programmata per il monitoraggio radiologico della polmonite bilaterale.
La prognosi rimane riservata».

Nel bollettino non si indica l’esito della tac. Fonti vaticane spiegano che i risultati non sono stati resi noti perché i medici li stanno ancora esaminando, mentre il Pontefice continua a essere aiutato con una ossigenazione ad alti flussi «che si regola a seconda della situazione».

Del resto, non bisogna dimenticare quello che è il quadro clinico generale di Francesco: la polmonite bilaterale, su organi già toccati da diverse complicazioni croniche, alcune di vecchia data, per di più su un paziente 88enne: Come spiegato dai medici che lo hanno in cura nel primo punto stampa (effettuato lo scorso 21 febbraio), dal giorno del ricovero, non può che essere definito delicato il decorso della malattia del Pontefice.

Malgrado la degenza in ospedale e le sue condizioni di salute difficili, ha affrontato impegni importanti dal punto di vista del governo della Chiesa:la convocazione di un prossimo Concistoro perla canonizzazione di due beati e il decreto sul processo di beatificazione di Salvo D’Acquisto. Ha ricevuto infatti il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e monsignor Edgar Peña Parra, sostituto agli Affari generali della Segreteria di Stato, una decisione senza precedenti perché normalmente a sottoporre i decreti dei santi al Papa è il cardinale titolato del Dicastero dei santi, attualmente Marcello Semeraro. È dunque facile ipotizzare che il Papa abbia parlato con i maggiori esponenti della Segreteria di Stato anche di altre questioni. Intanto ha anche provveduto a nuove nomine episcopali: la rinuncia del vescovo ausiliare di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile); la rinuncia e la nomina dell’arcivescovo metropolita di Vancouver (Canada); la rinuncia e la nomina del vescovo di Itapetininga (Brasile); la nomina del vescovo di Itabuna (Brasile); la nomina di vescovi ausiliari di São Sebastião do Rio de Janeiro (Brasile). Tutti provvedimenti che, per le rispettive comunità, sono ovviamente molto importanti.

«Questo è un momento speciale per tutta la Chiesa e anche noi, come scuole cattoliche, vogliamo unirci alle preghiere che stanno arrivando per la salute e la guarigione di Papa Francesco: oggi 26 febbraio in ogni scuola Fidae ci sarà un momento di preghiera personale e collettiva per il Santo Padre da parte dei docenti, degli alunni e di tutte le famiglie». Così annuncia la presidente nazionale Fidae, Federazione di scuole cattoliche, Virginia Kaladich, la quale aggiunge che «vorremmo inoltre invitare i nostri ragazzi a produrre qualcosa di concreto, un video, un disegno, un pensiero scritto rivolto al nostro Papa per fargli sentire anche la vicinanza del mondo scolastico che tanto Gli sta a cuore». Tutti i pensieri, le preghiere, i disegni, i video e le lettere devono essere inviate all’indirizzo fidae@fidae.it.

Nel dodicesimo giorno di ricovero del Papa al Gemelli, continuano a radunarsi fedeli che pregano insieme ai piedi della statua di Papa Giovanni Paolo II, mentre prosegue la maratona di preghiere in piazza San Pietro (alle 21 di ieri sera la programmata recita del rosario presieduta dal cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo metropolita di Manila) e anche in basiliche, santuari, cattedrali, chiese, parrocchie di tutto il mondo.

C’è però un luogo speciale in cui si prega in modo più intenso e con un affetto particolare: si tratta del quartiere di San José de Flores (o Flores) nella capitale argentina, Buenos Aires, dove Jorge Mario Bergoglio è nato nel 1936 e ha frequentato le scuole elementari (dal 1943 al 1948), ha trovato la sua vocazione sacerdotale (1953) e dove ha celebrato la sua ultima messa prima di diventare Papa.

Proprio in virtù di questo legame profoondo la gente di Flores risponde con preghiere, messe, candele e tanta preoccupazione per la salute del Pontefice.
Si prega per lui anche nella martoriata Ucraina. «Preghiamo per la salute del Santo Padre. Da quando il Papa è in ospedale, ormai da molti giorni, preghiamo per lui durante la Messa e con il rosario. La gente gli è molto grata, perché il Papa prega per l’Ucraina dall’inizio della guerra»: lo afferma il vescovo cattolico di rito latino di Zaporizhzhia, monsignor Yan Sobilo.