Ancora paura
Folle inseguimento a Milano, gli agenti della "Nibbio" fermano lo scooter: a bordo un amico di Ramy
Ennesimo inseguimento della polizia, e questa volta a finire in manette è stato l’amico di Ramy e Fares. Sono le 10.55 di ieri mattina in via Bazzi all’angolo con via Toscana quando un equipaggio della “Nibbio”, gli agenti in moto della Polizia di Stato in forza alla Questura di Milano, notano uno scooter Honda SH sospetto, si avvicinano e poi decidono di intimare l’alt. Ma esattamente come era accaduto nel caso di Ramy i due ragazzi abordo invece di fermarsi iniziano una fuga roccambolesca a tutta velocità per le vie della città. Fuga che sarebbe durata per ben 3 chilometri nel momento di maggior traffico mattutino. Per i 2 fuggitivi però non c’è alcuna possibilità di far perdere le proprie tracce.
Gli agenti della Nibbio sono le pattuglie più rapide, addestrate a intervenire nelle anche nelle situazioni di emergenza più critiche. E infatti alla fine i due fuggitivi urtano un’auto invia San Dionigi. La coppia di malviventi a questo punto inizia la fuga a piedi ma gli agenti sono più veloci di loro e in pochi istanti riescono a mettere le manette ai polsi del conducente, un marocchino 24enne irregolare e con precedenti. Il complice invece per il momento sembra riuscito a fuggire ma la polizia è sulle sue tracce. Il vero colpo di scena però deve ancora avvenire.
Non appena i poliziotti cominciano gli eccertamenti del caso sul magrebino emerge che l’arrestato faceva parte della stessa compagnia di Ramy. Il giovane infatti era stato più volte fermato e controllato dalle forze dell’ordine con l’immigrato morto a novembre e con Fares, l’altro ragazzo protagonista dell’inseguimento del 2024. Il marocchino fermato ieri è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di chiavi alterate. Particolare quest’ultimo che indicherebbe una possibile partecipazione ad atti illeciti come tentativi di effrazione o furto.
E naturalmente questo inseguimento non può non ricordare quanto avvenuto la notte tra il 24 e il 25 novembre dell’anno scorso. Ramy Elgaml assieme a Fares Bouzidi non si fermano all’alt di una gazzella del Nucleo Radiomobile dei carabinieri. Inizia un inseguimento lungo ben 8 chilometri che si conclude con il T-Max dei fuggitivi che si schianta in via Quaranta, zona Corvetto. Ramy muore nonostante il tentativo dei militari dell’arma di rianimarlo mentre Fares viene tratto in arresto. Una vicenda che aveva portato anche a diverse proteste violente nelle periferie milanesi.
Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia COISP, spiega che «l’inseguimento di ieri non è che la prova di una recrudescenza dei fenomeni criminali in città». «Sembra quasi che si sia affermato il principio che si possa ignorare l’alt delle forze dell’ordine senza incorrere in sanzioni effettive da un punto di vista giuridico e penale» spiega Pianese parlando di «conseguenze gravi». «Fughe come quelle di ieri mettono a rischio l’incolumità non solo degli operatori delle forze dell’ordine che stanno effettuando l’inseguimento ma anche dei cittadini che si vedono sfrecciare accanto scooter a tutta velocità». Ricordando poi che gli agenti di polizia hanno l’obbligo di inseguire chi non si ferma all’alt il segretario spiega che la soluzione al problema sarebbe, come previsto dal DDL in discussione al Senato, l’introduzione di norme penali che abbiano un effetto di reale deterrenza nei confronti di chi fugge davanti a polizia e carabinieri. «Faremo sempre il nostro dovere ma dopo il caso Ramy abbiamo una preoccupazione in più», conclude il segretario. Della stessa opinione Massimiliano Pirola, Segretario Provinciale SAP Milano.
«L’ennesimo inseguimento da parte delle forze dell’ordine nei confronti dei soliti personaggi, che costantemente violano le leggi dello Stato, è l’ennesima conferma della necessità di leggi forti che tutelino le divise» spiega il segretario provinciale. «Il varo del dl sicurezza, fortemente voluto dal Sap, contribuirà ad impedire che di fronte a situazioni del genere a pagare siano solo e sempre gli uomini e le donne in divisa». «Poteva essere un Corvetto bis e solo per caso non si è ripetuta la tragedia del novembre scorso, l’inseguimento per bravura o per fortuna non si è risolto nello stesso tragico modo». Pasquale Griesi, segretario FSP spiega che «Il fatto che l’arrestato di ieri fosse stato in precedenza controllato con Ramy e Fares conferma che non ci sono inseguimenti casuali ma che i controlli di polizia hanno sempre una ragione di fondo».