L'esperto

Papa Francesco, il luminare Andreoni: "Spasmo bronchiale, ecco le conseguenze"

L'infezione di Papa Francesco è seria, ma il suo cuore è sano. Sono ore di angoscia per le condizioni del Pontefice, ricoverato da 5 giorni al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale. Mentre sui social è già partito da ore il vergognoso tam tam sulla morte del Santo Padre, è Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e professore emerito di Tor Vergata, a far parlare la scienza dalle colonne di Repubblica.

"L’infezione che si trova a livello dei bronchi si è instaurata in una situazione di patologia polmonare cronica, caratterizzata da bronchiectasie, cioè dilatazione dei condotti dell’apparato respiratorio ma anche di asma. Questo, invece, dà uno spasmo bronchiale, che provoca un’insufficienza respiratoria, visto che non fa arrivare bene l’ossigeno ai polmoni", spiega il luminare, che sottolinea come i problemi polmonari così come quelli cardiaci siano i più diffusi nella fetta di popolazione anziana a cui Bergoglio, 88 anni, appartiene.

 

 

 

Il trattamento è complesso "perché l’infezione è dovuta a germi diversi e la contemporanea componente asmatica richiede il trattamento con il cortisone, che da un lato riduce i sintomi di quella patologia ma dall’altro comporta una riduzione delle difese dell’organismo, proprio nel momento in cui c’è bisogno di combattere i batteri", sottolinea ancora il professor Andreoni. 

 

 

 

In questo quadro clinico complesso e severo, c'è qualche elemento positivo: "Il fatto che il Papa non sembrerebbe avere febbre, che continua a svolgere il suo lavoro. Questo è buon segno, sono tutti elementi che lasciano intendere che l’organismo sta reagendo bene alle cure somministrate. E anche l’apparato cardiocircolatorio sembrerebbe essere comunque integro".