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Salpata la nave coi migranti di ritorno dall'Albania: il 25 febbraio può cambiare tutto, ecco perché
È partita dal porto di Shengjin la nave della Guardia Costiera con a bordo i 43 migranti che secondo la Corte d’Appello di Roma non possono essere trattenuti nel centro di Gjader, in Albania. Il viaggio durerà circa 7 ore e terminerà nel porto di Bari. Qui saranno trasferiti nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Palese e saranno liberi di muoversi in attesa della decisione sulla loro richiesta di protezione internazionale. Andranno così nella stessa struttura dove furono portati i 12 migranti per i quali a ottobre il Tribunale di Roma non convalidò il trattenimento. I 43 migranti, 35 del Bangladesh e 8 dell’Egitto, questa mattina verso le 12 sono stati portati a Shengjin da Gjader prima di essere immediatamente imbarcati, con destinazione Italia.
Tutti erano arrivati qui martedì mattina da Lampedusa, a bordo dell’incrociatore della Marina Cassiopea, all’interno di un gruppo più ampio composto da 49 persone, poi sceso a 43 dopo un primo screening. Ora torneranno tutti insieme grazie a quanto stabilito ieri sera dalla Corte d’Appello di Roma Che, rinviando gli atti alla Corte di giustizia europea, non ha convalidato il loro trattenimento ai fini dell’espulsione. I giudici romani hanno chiesto ai colleghi di Lussemburgo di sciogliere "il contrasto interpretativo in essere" e stabilire se, secondo le direttive Ue, è legittimo considerare sicuro un Paese che non lo è per alcune categorie di persone. Altrimenti, hanno paventato le toghe, si rischia di produrre "danni gravi e irreparabili" sia dei diritti dei richiedenti asilo sia per l’amministrazione pubblica. Il provvedimento di ieri ricalca i rinvii pregiudiziali alla Corte Ue partiti nei mesi scorsi dai Tribunali di Bologna, Palermo e Roma e segue la sospensione del giudizio da parte della Cassazione. L’interpretazione spetta alla Corte europea: l’udienza è in programma il 25 febbraio, la sentenza è prevista in primavera. Una decisione attesa per capire cosa accadrà nelle politiche migratorie comunitarie: la chiarezza interpretativa, hanno scritto i giudici romani, rappresenta un "interesse sensibile di tutti gli Stati dell’Unione, condizionando tale aspetto le politiche in tema di immigrazione di ciascuno di essi". Nell’attuale incertezza, inoltre, la Corte d’Appello ha ravvisato anche "l’eventualità concreta di procedere in modo illegittimo", con "procedure complesse e anche molto onerose da un punto di vista economico, quale è quella che prevede il trasporto e il trattenimento nelle zone a tal fine dedicate in Albania".