
Monteguidi, la storia del ristorante salvato dal cameriere-robot

Ehi-Bob-mi-porti-un-caffè? Monteguidi, Casole d’Elsa, provincia di Siena: ottanta residenti, un solo ristorante (di quelli caserecci alla toscana, dove ti riappacifichi col mondo qualsiasi cosa ordini: pici all’aglione, finocchiona, ragù di cinghiale, una fiaschetta di chianti) e un cameriere particolare. Tre carrelli e un tablet al posto della testa. Sempre a giro, lì, tra i tavoli de “Il piattoforte” che è un po’ cucina, un po’ bar, un po’ ritrovo di paese perché nelle piccole comunità va così. Si socializza. Si va a mangiar fuori soprattutto per stare in compagnia. Avevano un problema, a “Il piattoforte” (che tra l’altro non è un problema solo del Senese): non riuscivano a trovare personale. Marisa Fais, la proprietaria, che come tutti i toscani ti accoglie col sorriso sulle labbra, era disperata. «La nostra è una zona molto turistica», racconta, «e qui la gente è benestante: questo si ripercuote anche nel mondo del lavoro, nessuno vuole più un impiego umile. Ammesso che quello del cameriere lo sia, e secondo me non lo è: anzi, è un momento di crescita. Ma è difficile assumere un ragazzo, oggi, perché questa mansione non ti lascia molto tempo per la movida, le feste, il divertimento. Noi, poi, siamo circondati dalle colline: siamo lontani da Poggibonsi, da Colle Val d’Elsa. Se un giovane finisce il servizio che fa? Al massimo va a letto».
L’ironia che tuttavia c’entra il punto. E il punto è che Marisa, da qualche giorno, un contratto per un dipendente in più in brigata l’ha firmato: però con Bob, che è un cameriere robot. «È il mio “ragazzo di bottega”», dice, «porta i piatti e li riporta in cucina, avanti e indietro, tutto il giorno. Così io nel frattempo chiacchiero, che è la cosa che so fare meglio». L’idea gliel’hanno data alcuni amici che erano in vacanza all’estero e si sono ritrovati un altro Bob col vassoio delle portate all’ora di cena. «Loro me l’hanno descritto come il “cameriere scemo” invece che intelligente: ma è solo un gioco di parole. Li ho ascoltati e mi sono messa a guardare sui social, su Instagram. Ho capito come funzionava, ho chiesto informazioni alla società che lo produce, la Bob robotics. Adesso fa parte del nostro staff». Tutti soddisfatti, a Monteguidi. Marisa, che in questo modo ha “salvato” il suo locale che è aperto da vent’anni, e i suoi compaesani che oramai si fanno servire solo da Bob. «Sono tutti super felici.Quando vado io al tavolo mi dicono: “Ma come, perché non mi hai mandato Bob che è tanto bellino?”. Le persone anziane sono quelle più curiose: per i giovani, forse, la tecnologia non è una grande novità, hanno sempre in mano il telefonino. Ma per noi che siamo della generazione analogica è diverso. Chi ha sessanta o più anni fa a gara per prendersi i piatti dal carrello di Bob. Ha voglia di interagire con lui».
Da l’intelligenza-artificiale-ci-ruberà-il-lavoro alle macchine robotizzate che fanno il lavoro che noi non vogliamo più fare. È la parabola de “Il piattoforte”, ma è anche quello che sta succedendo in mezzo Paese dato che i colleghi automi di Bob, in Italia, sono almeno 250 (il grosso di loro lavora nel Settentrione) e la carenza di personale è un dramma da Trieste a Ragusa. Solo a Roma, che però sta vivendo l’anno particolare del Giubileo, mancano 44mila addetti all’accoglienza e alla ristorazione: noi fruitori non ci pensiamo ancora, ma gli imprenditori, gli albergatori, i ristoratori stanno già aprendo le posizioni e lanciando annunci sulle bacheche per arrivare preparati in vista dell’estate e non è giusto una questione economica.

Napoli, rubano in un ristorante? Clamoroso: perché il proprietario vuole assumerli | Video
Lo stipendio garantito, ovvio, deve essere adeguato (come lo dev’essere in ogni settore), epperò oggi bastano alcune recensioni negative su TripAdvisor e si finisce gambe all’aria. Non importa se, come “Il piattoforte”, sei un’attività che sta in piedi da due decenni, se la tua è una passione di famiglia (la mamma di Marisa aveva un agriturismo, lei è cresciuta in mezzo alla gente e suo figlio, Gabriele, mica a caso sta completando gli studi all’alberghiero), se rimboccarti le maniche non t’ha mai messo paura: «Anche se hai una clientela affezionata è sufficiente un cameriere che risponde male a qualcuno e questo non torna più. Chi non è del mestiere magari non lo immagina, ma un dipendente sgarbato, oppure incompetente, può fare veramente seri danni», nota Marisa. Il suo Bob, invece, è a noleggio. Volendo si può proprio comprarlo e festa finita, ma a Monteguidi hanno deciso di fare prima una “prova di rodaggio”. È da circa una settimana che Bob serve ai tavoli con la tovaglia rossa e il pollice è all’insu: «Ubbidisce, è educatissimo e ha voglia di lavorare sempre. Non dice mai di no. È forte, davvero forte, divertente. Siamo tutti soddisfatti».
Dai blog

Soldato Jane, Demi Moore rasata e al top
