Milano
Capondanno a Milano, testimonianza-choc: "Nella morsa dei nordafricani, palpata ovunque"
«Mi sono trovata dentro un corridoio umano, trascinata e accerchiata. Ho sentito le mani di alcuni uomini, mi hanno toccato per alcuni minuti. Ho avuto un profondo senso di paura e pericolo. Non riuscivo a uscirne e il mio compagno cercava con tutte le forze di tirarmi fuori. Solo a fatica ci è riuscito, salvandomi da quel muro umano». Un altro racconto dell’orrore, di quella notte maledetta, della taharrush gamea. Sgorga dalla bocca di una 20enne emiliana che ieri pomeriggio, in lacrime, ha messo a verbale la sua esperienza in Procura davanti al procuratore aggiunto Letizia Mannella e al pm Alessia Menegazzo. I magistrati milanesi hanno ascoltato anche il ragazzo che era con lei. Il 20enne ha confermato tutta la ricostruzione della fidanzata. Le deposizioni sono durate circa tre ore. «Ho visto anche altre ragazze che piangevano», ha raccontato la giovane, confermando che le violenze sessuali di gruppo sono avvenute all’imbocco di Galleria Vittorio Emanuele II, in piazza Duomo, tra mezzanotte e venti e mezzanotte e quaranta, esattamente come spiegato dalla prima ragazza uscita allo scoperto, Laura Barbier, la 22enne studentessa belga che nei giorni scorsi è stata raggiunta dai poliziotti della squadra mobile direttamente a Liegi.
«Anche io sono finita nella morsa, avevo tanta paura», ha proseguito la vittima, spiegando che lei e il suo ragazzo si stavano muovendo dalla Rinascente verso la fermata dei taxi. Un giovane l’avrebbe agganciata e trascinata dentro il corridoio umano», erano in trenta o quaranta, giovani «soprattutto stranieri», e mentre alcuni allungavano le mani, seguendo un «moto ondulatorio», gli altri facevano «da copertura». Il rituale islamico già andato in scena a Colonia, nel 2016, e sempre a Milano nel 2022. Il Capodanno come occasione, per il branco, per molestare donne bianche ed europee.
La Procura di Milano sta indagando su almeno cinque casi. Per identificare gli aggressori decisive la descrizione dell’abbigliamento, l’analisi dei filmati e la localizzazione dei telefoni. Oltre al lavoro in corso su software specifici di riconoscimento facciale. Tre, al momento, le denunce raccolte: quella della prima ragazza belga, quella di quest’ultima vittima emiliana e quella di un’avvocatessa lombarda. Una giovane inglese, invece, avrebbe denunciato in Inghilterra. Sette, a oggi, le vittime (oltre alle quattro sopracitate, le tre amiche della studentessa di Liegi).
Ma potrebbero presto aumentare. «Oggi è il 13 gennaio (ieri, ndr) e ancora non abbiamo avuto un commento del sindaco Sala sulle violenze di piazza Duomo e in particolare sulle drammatiche testimonianze delle giovani abusate. Un silenzio vergognoso e inaccettabile. Possibile che il sindaco riesca a commentare qualsiasi cosa, dal nucleare fino al futuro partito di centro e non riesca a dire nulla su Milano che finisce sulle cronache internazionali, per la seconda volta, per molestie sessuali di gruppo in piazza?», attacca Silvia Sardone, euro parlamentare e consigliere comunale della Lega. «La verità è, purtroppo, che siccome si tratta di violenze di stranieri, o di italia di seconda generazione, secondo un indegno rito islamico allora a sinistra il silenzio diventa censura. Sedi fronte a quasi una decina di donne abusate in piazza sinistra e femministe non hanno il coraggio di parlare e intervenire vorrei chiedere con che coraggio poi si sentono paladini dei diritti delle donne», chiude l’esponente del Carroccio.
Leggi anche: Violenze a Capodanno, il giovane immigrato in tv: "Se sono ubriaco e lei ha la te*** di fuori, farei lo stesso"