Il provvedimento

Portici, "puzza di pizza": perché il ristorante è costretto a chiudere, l'assurdo caso

“Chiuso per puzza di pizza”: un piccolo locale al centro di Portici è stato costretto a chiudere per decisione dell'Asl. E i titolari lo hanno comunicato ai clienti con un cartello piuttosto particolare, su cui però c'è scritto che la chiusura dovrebbe essere temporanea. Intanto, mentre aspettano di conoscere l'esito della battaglia legale intrapresa proprio per riaprire, hanno deciso di rendere pubblica la loro storia. Nel provvedimento della Asl si fa riferimento a "percezioni olfattive moleste" segnalate dai condomini dell'edificio che ospita il locale. Ci sarebbero state non poche lamentele, insomma.

I titolari, Grazia e Mario, avevano aperto la pizzeria pochi mesi fa grazie a un finanziamento di Invitalia nell'ambito del progetto "Resto al Sud". L'avvocato che li segue ha detto che "stupisce e desta qualche interrogativo questo accanimento contro una piccola pizzeria 'colpevole' di diffondere nell'aria solo profumo, e non certo puzza di pizza. Dopo che la procura di Napoli ha archiviato le denunce di chi si riteneva molestato e dopo una ventina di controlli da parte di tutte le autorità e forze dell'ordine presenti sul territorio, viene interrotta l'attività dopo che l'Asl ha constatato 'percezioni olfattive moleste', concetto assolutamente aleatorio per sua natura".

 

 

 

I condomini avrebbero segnalato addirittura la presenza di fumi tossici, che in realtà poi non è mai stata riscontrata. "Il locale è fornito di un forno di ultima generazione la cui cappa è ad emissioni zero e certificata per il trattamento dei fumi", ha spiegato uno dei proprietari. Intanto, anche il sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, ha chiesto chiarimenti. Per questo la titolare del locale ha detto: "Vogliamo ringraziare il sindaco Cuomo che si sta prodigando verso l'Asl per trovare una soluzione. Anche lui, come noi, sottolinea l'aspetto paradossale di quanto una pubblica amministrazione possa assumere a volte atteggiamenti vessatori verso i cittadini piuttosto che accompagnarli nelle loro iniziative imprenditoriali".