Il Pontefice

Papa Francesco cancella il wokismo: "No alla cancel culture, non tollera le differenze"

Papa Francesco, nel discorso di inizio anno al corpo diplomatico letto da monsignor Ciampanelli, si è detto particolarmente preoccupato dal "tentativo di strumentalizzare i documenti multilaterali - cambiando il significato dei termini o reinterpretando unilateralmente il contenuto dei trattati sui diritti umani - per portare avanti ideologie che dividono, che calpestano i valori e la fede dei popoli". Secondo lui, "si tratta di una mentalità che, presumendo di aver superato quelle che considera 'le pagine buie della storia', fa spazio alla cancel culture; non tollera differenze e si concentra sui diritti degli individui, trascurando i doveri nei riguardi degli altri, in particolare dei più deboli e fragili".

Il Pontefice, poi, ha fatto riferimento anche alla pericolosità delle fake news, che rischiano di generare un “clima di sospetto” che “fomenta l’odio, pregiudica la sicurezza delle persone e compromette la convivenza civile e la stabilità di intere nazioni”. Parlando del moderno progresso scientifico, Bergoglio ne ha indicato ovviamente i benefici ma ha anche aggiunto che “non se ne possono tacere i limiti e le insidie, poiché spesso contribuiscono alla polarizzazione, al restringimento delle prospettive mentali, alla semplificazione della realtà, al rischio di abusi, all'ansia e, paradossalmente, all'isolamento, in particolare attraverso l'uso dei social media e dei giochi online".

 

 

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Infine, un passaggio sull'intelligenza artificiale, il cui incremento a suo dire "amplifica le preoccupazioni relative ai diritti di proprietà intellettuale, alla sicurezza del lavoro per milioni di persone, al rispetto della privacy e alla protezione dell'ambiente dai rifiuti elettronici (e-waste)". E ancora: "Quasi nessun angolo del mondo è rimasto inalterato dall'ampia trasformazione culturale determinata dagli incalzanti progressi della tecnologia, ed è sempre più evidente un allineamento a interessi commerciali, che genera una cultura radicata nel consumismo".