Uomini, non fatelo

Spedire migliaia di rose e dichiararsi in pubblico non è un segno d'amore, ma paura di fallire

Tiziana Lapelosa

Rose rosse per te/ho comprato stasera /e il tuo cuore lo sa/ cosa voglio da te... Qualcuno deve aver preso un po’ troppo sul serio il testo della canzone scritta da Giancarlo Bigazzi e dal 1970 diventata successo internazionale grazie alla voce del sempreverde Massimo Ranieri. Perché inviare non una, non tre, non cinque, non una dozzina (come prevede il galateo, per alcuni ormai obsoleto), ma un tappeto composto da ben 2025 rose rosse alla amata donna, non è cosa da tutti i giorni. Non sappiamo nemmeno se il misterioso seduttore sia ricambiato di cotanto frizzante deposito di sentimenti. E non sappiamo se la misteriosa destinataria sia rimasta felice, infastidita o turbata dall’aver ricevuto più di due migliaia di rose. E se il suo (presunto) amore appassirà inevitabile come quei fiori.

Certo è che ricevere attenzioni di tale portata può mettere in imbarazzo e, in un urlo liberatorio, verrebbe da dire «smettetela» con questa moda che spesso evidenzia i limiti di chi se ne rende protagonista e la difficoltà a gestirli da parte di chi li riceve. Diciamoci la verità: gesti del genere, paradossalmente, potrebbero essere un modo per nascondersi, per non affrontare la realtà, per non mettersi in gioco, per non beccarsi un secco “no”. Come? Mettendo lei in crisi. Lei che, di fronte ad una apparente “prova” d’amore si sentirebbe un verme a dire di no a chi vorrebbe solidificare l’unione. Ma come? Non vedi quanto ti ama? Cosa sta facendo per te?

 

È un po’ come quando si riceve una proposta di matrimonio in pubblico. Con lui che si inginocchia e chiede la mano della fidanzata. Con lei attraversata da quella paura di deludere le aspettative del fidanzato e del pubblico, insieme alla certezza che un “no” metterebbe a repentaglio la reputazione del richiedente, e con l’intima domanda “lo voglio davvero?”. Certo, rappresentazioni teatrali come l’invio di oltre duemila rose rosse e robe simili sono frutto della società in cui ciò per molti che più conta è l’apparire, farsi notare, sperare in un “wow” collettivo a caccia di un disperato bisogno di protagonismo svuotato - ci permettiamo di dire di sentimenti genuini.

E forse anche nei sentimenti c’è qualcosa che fa la differenza. Ovvero quella discrezione che leggera scivola nell’eleganza, in un privato fatto di sguardi, sussulti, emozioni che non cercano condivisione e assenso se non negli occhi nudi dell’altro. Allora sì che poi si potrà gridare amore pubblicamente senza che nessuno si senta pressato dal peso delle proprie azioni e dal giudizio degli altri. Perché l’amore, quel sì tanto atteso, è ormai maturato e sicuro. P.s. Per la cronaca, le rose sono state inviate da un misterioso innamorato alla sua compagna a Mesagne, paese in provincia di Brindisi. Un tappeto rosso composto da un mazzo da 25 rose e altri cento da venti fiori l’uno. Il paese si interroga sui protagonisti di questa vicenda, ma l’unico a saperne di più è il fioraio che mantiene il segreto professionale. Che, visto l’ingombro del mazzo di fiori, potrebbe essere un segreto di Pulcinella. Rose rosse per te / ho comprato stasera...