Inizia il Giubileo
Papa Francesco apre la Porta Santa: la sedia a rotelle e il precedente di Giovanni Paolo II. "La speranza non è quieto vivere"
Con l’apertura della Porta Santa, Papa Francesco ha dato ufficialmente inizio all’Anno del Giubileo della Speranza. Dopo le preghiere e i riti previsti, il Pontefice si è avvicinato alla porta giubilare, l’ultima sulla destra tra le cinque porte di bronzo della basilica di San Pietro, e ha presenziato all’apertura dei battenti. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il premier Giorgia Meloni, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Più di 30mila fedeli hanno assistito all’evento, riuniti nella basilica, in piazza San Pietro e lungo via della Conciliazione, sotto un imponente sistema di sicurezza.
L’immagine di Papa Francesco seduto su una sedia a rotelle durante la cerimonia richiama quella di San Giovanni Paolo II, che nel 2000, nonostante la malattia, aprì la Porta Santa per traghettare la Chiesa nel nuovo millennio. Questo gesto segna simbolicamente l’inizio dell’Anno Santo, che il Pontefice ha voluto dedicare alla speranza.
La speranza è stata infatti il fulcro dell’omelia del Papa, proposta come antidoto alle "desolazioni" del nostro tempo. Nel suo discorso, Bergoglio ha evocato i drammi dei bambini vittime della violenza, delle guerre e delle ingiustizie. Ha poi rivolto un pensiero alle persone detenute, preannunciando che nel giorno di Santo Stefano aprirà una Porta Santa nel carcere di Rebibbia, e ha ricordato gli ultimi, i più emarginati. Il Pontefice ha parlato anche della Madre Terra, che “deturpata dalla logica del profitto” “soffre e geme”.
Davanti a una folla di circa 30mila persone (6mila all’interno della basilica, le altre in piazza, presente anche John Elkann), Papa Francesco ha lanciato un forte appello: “La speranza che nasce in questa notte non tollera l'indolenza del sedentario e la pigrizia di chi si è sistemato nelle proprie comodità; non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso; è incompatibile col quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e contro le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri”. Ha poi aggiunto: “Al contrario, la speranza cristiana, mentre ci invita alla paziente attesa del Regno che germoglia e cresce, esige da noi l'audacia di anticipare oggi questa promessa, attraverso la nostra responsabilità e la nostra compassione”.
Bergoglio ha proseguito il suo discorso sottolineando che “la speranza non è morta, la speranza è viva, e avvolge la nostra vita per sempre”, ricordando che la notte di Natale è “la notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo”.
Infine, il Pontefice ha ribadito il significato spirituale e trasformativo dell’Anno Giubilare, affermando che questo tempo “ci chiama al rinnovamento spirituale e ci impegna nella trasformazione del mondo”. Ha espresso l’auspicio che il Giubileo diventi un’occasione di speranza concreta: “Lo diventi per la nostra madre Terra, deturpata dalla logica del profitto; lo diventi per i Paesi più poveri, gravati da debiti ingiusti; lo diventi per tutti coloro che sono prigionieri di vecchie e nuove schiavitù”.