Via al Giubileo

Papa Francesco, oggi si apre la Porta Santa: la prima volta oltre 7 secoli fa

Caterina Maniaci

Anno di grazia 1300: papa Bonifacio VIII (sì, proprio quello che Dante farà precipitare all’inferno) indice il primo Giubileo della storia, spinto a quanto pare dallo stesso popolo romano che, in massa, tra la notte di Natale del 1299 e il primo gennaio successivo, si riversa a pregare sulla tomba di San Pietro, nella convinzione di guadagnarsi così un perdono “extra”. Con la Bolla Antiquorum habet fida relatio, emanata il 22 febbraio di quell’anno particolare, ispirandosi a un’antica tradizione ebraica e con qualche altra iniziativa in tal senso, si concede dunque l’indulgenza plenaria a tutti coloro che avessero fatto visita - trenta volte se romani, quindici se stranieri - alle basiliche d San Pietro e San Paolo fuori le mura per tutta la durata dell’anno; questo Anno Santo si sarebbe dovuto ripetere in futuro ogni cento anni. È ancora Dante il cronista “eccellente” che racconta, nella Divina Commedia, in termini vividi l’atmosfera “surriscaldata” della città, tanto che l’afflusso di pellegrini a Roma arriverà a livelli talmente esagerati che diventerà necessario regolamentare il senso di marcia dei pedoni sul ponte di fronte a Castel Sant’Angelo. Il Giubileo, sempre secondo quanto previsto dal Pontefice, avrebbe dovuto ripetersi ogni 25 anni, con qualche eccezione.

Ad esempio, l’ultimo Giubileo straordinario è stato quello “della misericordia” indetto dallo stesso Papa Francesco nel 2015, a cinquant’anni dalla fine del Concilio Vaticano II, con inizio l’8 dicembre 2015 e conclusione il 20 novembre 2016. Strettamente connesso all’indizione dell’anno giubilare c’è il rito dell’apertura della Porta Santa, ossia la porta di una basilica che viene murata per essere aperta solo in occasione di un Giubileo. La prima Porta Santa creata nella storia della cristianità è quella della basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila: la chiesa fu fondata nel 1288 per volere di Papa Celestino V (quello del “gran rifiuto” anch’esso di dantesca memoria) che qui fu eletto Pontefice il 29 agosto 1294. Lungo i secoli questo evento si è sempre intrecciato con quelli della Storia, fino a questo 24 dicembre 2024, con l’apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro. Appuntamento dunque a stasera, vigilia di Natale, a partire dalle 19, quando comincerà il rito pubblico, celebrato ovviamente da Papa Francesco: un breve concerto di campane, risuonante in tutta Roma, annuncerà il momento solenne. La Porta, che è stata smurata lo scorso 3 dicembre per l’occasione, dopo l’ultimo Giubileo, verrà poi richiusa con la fine dell’Anno Santo. E si tratterà del primo di una lunga serie di riti e di celebrazioni carichi di significati simbolici. Nei giorni successivi, infatti, Papa Francesco aprirà le Porte Sante di altre tre basiliche papali. E ogni diocesi del mondo proclamerà l’apertura dell’anno di grazia.

 

 

Il 29 dicembre, sempre il Pontefice aprirà la Porta Santa di San Giovanni in Laterano, la basilica “Madre e Capo di tutte le chiese e le città del mondo” nonché la più antica d’occidente. Sono 22 i Papi sepolti proprio lì. Con l’apertura di questa Porta Santa comincerà ufficialmente il Giubileo in tutte le diocesi del mondo. Il 1° gennaio 2025 Papa Francesco aprirà un’altra Porta Santa, quella di Santa Maria Maggiore.

Nella Basilica mariana, che custodisce l’icona Salus Populi Romani, si reca spesso Papa Francesco prima dei suoi viaggi apostolici. Sono seppelliti qui sette pontefici e custodisce le spoglie di San Mattia e San Girolamo. L’ultima Porta Santa verrà aperta domenica 5 gennaio a San Paolo Fuori le Mura. L’edificio, eretto per l’appunto fuori dalle mura per conservare i resti mortali dell’apostolo e martire San Paolo, è stato oggetto di lavori di restauro negli anni 2000. Dal 2007 è possibile pregare davanti alla tomba dell’apostolo, in parte visibile. Le Porte Sante a San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo Fuori le Mura verranno chiuse il 28 dicembre 2025.

C’è infine una quinta Porta Santa, che verrà aperta ma che non si trova in una basilica papale. È quella che sarà aperta il 26 dicembre da Francesco nel carcere di Rebibbia. Un momento che si può definire a buon diritto davvero storico, visto che non era mai stato fatto nulla di simile in passato.

Rebibbia, dunque, come simbolo di tutte le carceri del mondo, e per un giorno centro della cristianità. Del resto il tema dell’anno giubilare è quello dei “Pellegrini di speranza”: “speranza”, appunto, parola centrale nel percorso di rieducazione dei carcerati, anche se davanti alle sbarre e alle porte blindate sembra affievolirsi fino a perdere consistenza. Ma sperare di poter superare un passato pesante e pieno di sofferenza è proprio il passo che porta a varcare la soglia verso una nuova vita. Per questo la Santa Sede ha progettato numerose iniziative in diversi istituti penitenziari, altre porte della Speranza e della Provvidenza da aprire, con particolare attenzione all’aspetto artistico. A partire da quella che nei prossimi mesi sarà realizzata a Regina Coeli.