Rebus

Tori, cani, rane e scimmie: è un giallo bestiale

Mario Bernardi Guardi

Chissà se le sorelle Miralles, impegnate a risolvere il rebus di uno spietato mattatoio valenciano (sette splendidi tori fucilati ognuno con un colpo in testa, stile esecuzione), sanno qualcosa di mitologia e letteratura. Alicia Jiménez Bartlett, che ha felicemente ideato i due personaggi, nulla ci dice in proposito. Loro, giovani ed effervescenti ispettrici di polizia ed animaliste con “juicio”, probabilmente ignorano quanto il toro sia “presente” nella nostra cultura, a partire da Zeus che si trasforma in toro bianco per rapire la fascinosa Europa e da Dedalo, impegnato nel Labirinto a far fuori il mostruoso Minotauro, per arrivare al toreador Escamillo, dirompente “macho” nella Carmen di Bizet, e ad Ernest Hemingway che di sanguinose corride non se ne risparmiava una.

Comunque le Miralles il loro dovere lo fanno e, a colpi di ingegno e di simpatia, sbrogliano e aggrovigliate matasse delittuose. È con le loro indagini che si inaugura la raccolta di racconti Animali in giallo, Sellerio, pp. 380, euro 16) (Giménez- Bartlett, Longo, Malvaldi, Bruzzone, Mercadante, Recami, Savatteri, Tanzini) dove chi ci fa la figura più brutta sono gli uomini e dove gli animali, a vario titolo, sono innocenti anche se non innocui.

Saverio Lamanna, giornalista e detective a tempo perso, innamorato della sua siculissima Makari, l’ha inventato un Savatteri in stato di grazia. Perché lo scrittore ha creato un impareggiabile battutista che non sa se la vita va presa sul serio o per scherzo, oppure mescolando le due cose. In ogni caso, con accanto la bellissima Suleima e il caotico e sempre affaccendato amico Peppe Piccionello, le sue indagini le fa con strafottente maestria. E qui c’è da capire chi ha garrotato un grosso cane e dov’è che è sparita la sua padrona. Per risolvere tutto, ci vuole un bel viaggio a Capo d’Orlando, nella villa dei geniali e strampalati baroni Piccolo, cugini di Tomasi di Lampedusa, dove c’è anche un cimitero per animali. E lì vengono custodite le spoglie degli amici più fedeli. I cani.

Amici che possono covare una ferocia pronta ad esplodere: cosa c’è dietro la morte, nel casertano, di un bracciante senegalese, dilaniato da un branco di cani, il “Mucchio randagio”, che appare all’improvviso, colpisce e scompare? Cerca la quadra Domenico Cigno, giornalista nato dalla penna di Luca Mercadante.

Di tutto, di più in Animali in giallo. Perché la vita è carica di sorprese. E l’agente Acanfora - ingenuo come un bimbo, ma con una riserva di intuizioni che suscitano l’ammirazione del suo commissario: anche qui un autore, Andrej Longo che l’ha azzeccata - ci rimane bene perché scopre la verità, ma anche male perché il mondo è cattivo e a lui dispiace che gli umani siano così disumani. Molto più di cani che sbranano perché conservano memoria di chili ha resi furiosi.

Un asino e una capra - paziente lui, dispettosa lei come natura comanda - sono coinvolti nell’inchiesta della giornalista Viola, protagonista dei gialli di Simona Tanzini. Povera Viola! Già ha non pochi problemi personali di percezione, dal momento che vede il mondo, le persone e addirittura i suoni ognuno col suo “colore”, così li registra e si regola di conseguenza: ma che fai quando a imperare è il rosso-sangue?

Lo scienziato - scrittore pisano Marco Malvaldi lo conosciamo da tanti anni. Ha inventato i vecchietti del Barlume che si ingegnano a dir la loro su imbrogli e delitti e quasi sempre ci azzeccano. Da qualche anno a questa parte, insieme alla compagna Samantha Bruzzone, Malvaldi ha tirato fuori un altro personaggio: la chimica Serena, sposata con un prof. universitario, asfissiata da due figlioli intelligenti e petulanti, e sempre pronta a collaborare con l’amica poliziotta Corinna.

Come fa qui, da lontano, perché è in Giappone con la famiglia, intervenendo con competenza e pazienza su un omicidio in ambito universitario, dove compaiono accademici un po’ strani, rane utilizzate non a fin di bene, e veleni al sapore di batracotossine. La milanese Casa di Ringhiera ha già un profumo mitico grazie alle invenzioni condominial-criminali di Francesco Recami, che ci ha ficcato dentro l’umanità più svariata: da belle ragazze che si interessano agli studi, agli amori ma anche ai gialli, a inquilini che “se la tirano” come se vivessero sulla Park Avenue, ad altri che collaborano, ad altri che fanno finta, ad altri ancora che creano impicci e impacci.

Qui il mistero criminale è di quelli grossi: grossi, grossissimi come il Mostro che ha squartato una laboriosa massaggiatrice cinese ospite della Ringhiera. Sarà stato un Orangotango? O peggio?