Ecco Bacàn
Venezia, spunta una "nuova" isola: la scoperta incredibile
Una nuova isola a Venezia. Fino a pochi anni fa, la lingua di sabbia era visibile solo d’estate per poi dissolversi d’inverno. Poi, con la realizzazione di una parte di Mose alla bocca di porto di San Nicoletto, ecco che qualcosa è cambiato: era apparsa un’isola artificiale come centro di controllo delle barriere. Inizialmente sparita, qualche giorno fa ha fatto il suo ritorno sorprendendo tutti. L'isola è stata avvistata e visitata da Giovanni Cecconi, ingegnere idraulico con oltre 35 anni di esperienza di Mose alle spalle. "Dicevano che il Mose avrebbe cancellato il Bacàn, invece grazie al Mose quello che prima era uno scanno, cioè un deposito di sabbia con un fondale molto basso, ora è un’isola lunga 260 metri e larga dieci – racconta Cecconi, già direttore della Control Room del Mose e del Servizio informativo del Consorzio Venezia Nuova e fondatore di Wigwam Venice Lab – Con quei ciuffi di piante alofile e tamerici sembra una cresta punk in mezzo alla Laguna".
Insomma, l’isola avrebbe potuto prendere la forma attuale proprio grazie al Mose che l’ha protetta "dagli schiaffi che prendeva da un lato dalla Bora e dall’altro dal moto ondoso delle imbarcazioni". L'esperto ricorda che "dal 2020 l’isola è in crescita tanto che è presente tutto l’anno. Il Mose la sta proteggendo dalle decine di mareggiate causate dalla Bora che non producono più onde in grado di demolire i depositi estivi. In questo modo lo scanno centrale continua a crescere, catturando i depositi organici e le sabbie e popolandosi di vegetazione".
Non è dello stesso parere il professore di Idrologia dell’università di Padova. Andrea D’Alpaos, raggiunto dal Corriere della Sera, tiene invece a precisare che "l’isola del Mose ha modificato in positivo la condizione idrodinamica della corrente, favorendo la disposizioni di sedimenti dall’interno della Laguna e l’accrescimento in verticale dell’isola, ma da questo non si può dire che il Mose favorisca la crescita delle barene".