La sentenza
Filippo Turetta, non solo l'ergastolo: ecco quanti soldi deve alla famiglia di Giulia
La sentenza di ergastolo per Filippo Turetta rappresenta la massima pena. Un verdetto chiaro che mette davanti l'imputato alle proprie responsabilità: un omicidio efferato che ha spezzato la vita di una ragazza, giovanissima, come Giulia Cecchettin. Come è noto, nella lettura del dispositivo, i giudici hanno escluso le aggravanti della crudeltà e dello stalking tenendo conto solo della premeditazione. Questa scelta non cambia la sostanza della condanna che, ribadiamo, è la massima pena prevista dal nostro ordinamento, ma di fatto ha di certo colpito i familiari di Giulia.
Subito dopo la sentenza è intervenuto lo zio di Giulia, Andrea Camerotto: "Sono state escluse due importanti aggravanti della crudeltà e dello stalking. Leggeremo le motivazioni della sentenza, ma non siamo delusi. È un ergastolo, la massima pena che si può infliggere". Inoltre, va ricordato, la Corte d’Assise di Venezia ha condannato Filippo Turetta anche al risarcimento delle parti civili costituite nel processo a suo carico per il femminicidio di Giulia Cecchettin, la sua ex fidanzata, uccisa con 75 coltellate, l’11 novembre 2023.
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La Corte ha disposto un risarcimento con il pagamento di una provvisionale di 500mila euro per Gino Cecchettin, papà di Giulia Cecchettin, 100mila euro a Elena e Davide Cecchettin, sorella e fratello della vittima, 30mila euro ciascuno a Carla Gatta e Alessio Cecchettin, rispettivamente nonna e zio della 22enne. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.
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