Milano in fiamme
Ramy, gli amici si sfogano con la piddina Rozza: "Chi sono quelli che hanno bruciato tutto"
La rivolta degli immigrati che vivono a Corvetto sta creando non poca preoccupazione a Milano. Da circa due notti il quartiere viene messo a ferro e fuoco da chi attacca le forze dell'ordine per la morte di Ramy, il 19enne egiziano che ha perso la vita nello schianto con lo scooter dopo essere fuggito via da un posto di blocco insieme a un altro uomo che era alla guida del motorino. Sulle agitazioni e le proteste di queste notti è intervenuta la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza che oggi ha incontrato alcuni amici di Ramy. "Sono arrabbiati, addolorati e soprattutto non credono alla versione dei carabinieri", spiega la consigliera.
E a lei hanno tenuto a dire una cosa: "Chi ha messo a ferro e fuoco il quartiere non eravamo noi. Era gente che veniva da fuori". I ragazzi pensano anche a una manifestazione pacifica e a creare un'associazione per Ramy. Insomma a quanto pare, secondo quanto sostenuto dalla dem, i responsabili della sommossa del Corvetto non sarebbero gli amici di Ramy. "Pensano a una nuova manifestazione pacifica autorizzata per chiedere verità per Ramy - ha spiegato Rozza, che è ex assessore alla Sicurezza di Milano - e ho detto che se sarà pacifica e autorizzata sarò in prima fila con loro. Gli ho anche assicurato che se vorranno fare un'associazione intitolata a lui, avranno il mio sostegno e alcuni di loro hanno risposto che ci stavano pensando".
Alcuni "erano così arrabbiati che ripetevano 'non voglio sapere niente, non voglio ascoltare, voglio solo la verità per Ramy'". Una delle ragazze ha spiegato che sabato sera erano tutti alla sua festa di compleanno e da lì sono usciti per tornare a casa. Poi l'urto violento e la morte del ragazzo egiziano. Da chiarire ancora l'esatta dinamica.
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