Storia incredibile

Luciano, si risveglia dal coma dopo un lustro e pensa di essere negli anni '80

Giordano Tedoldi

Dalla fantascienza agli sketch comici, la trovata dell’uomo che esce dal coma e si risveglia in un mondo completamente disallineato con quello in cui crede – o credeva – di vivere, è stata sfruttata con grandi risultati. Negli anni 90 l’attore Antonello Fassari portò sugli schermi di Rai3 il comunista Antonio, appena risvegliatosi nel 1993 dopo vent’anni di coma profondo: il puro e duro militante non poteva capacitarsi dello scioglimento del PCI e del passaggio dalla segreteria Berlinguer a quella di Occhetto con i suoi delfini Veltroni e D’Alema: una catastrofe per lui insuperabile. Ma la storia, vera, di Luciano, 63 anni, è più vicina al filone fantascientifico che a quello farsesco.

Era il 2019 quando l’uomo, uscendo di casa, venne investito da un pirata della strada. Ricoverato, resterà in coma per cinque anni. Al risveglio, il suo cervello lo convince non già di essere ancora al 2019 anziché al 2024, come parrebbe logico, ma addirittura, come una sorta di macchina del tempo, lo riporta indietro al 1980, quando aveva ventiquattro anni e lavorava all’aeroporto di Fiumicino. Il coma gli ha cancellato 39 anni di ricordi, scaraventandolo, interiormente se non esteriormente, a quand’era ragazzo.

 

 

 

TECNOLOGIA
Quell’incredibile momento è stato raccontato dall’uomo al Messaggero. A cominciare da quando, volendo parlare con la madre, l’infermiere gli porta un «telefono piccolo». Come ricorda chi ha qualche anno sulle spalle, nel 1980 e ancora per un bel po’ di anni, le telefonate erano possibili solo con il mitico apparecchio fisso, a disco, o talvolta a tastiera (più usato negli uffici) o con i non meno leggendari gettoni (poi con le schede) da usare nelle cabine telefoniche. Si immagini lo sbigottimento del signor Luciano, appena tornato dal suo viaggio nel profondo, quando si vede consegnare uno smartphone.

Poco dopo gli annunciano la visita della moglie. Entra una signora anziana che gli risulta del tutto sconosciuta e che, misteriosamente, lo chiama per nome e sembra conoscerlo molto bene. Giunge anche il figlio, un uomo sui 35 anni. «Ma come poteva essere mio figlio un uomo nato molto prima di me? E poi quale moglie? Io non ero sposato» ha raccontato Luciano al quotidiano romano, «ma fidanzato, e non certo con quella donna che doveva averne quasi sessanta, ma con una ragazza di 19 anni». Ma il momento più drammatico, quasi tragico, è stato quando finalmente, alzandosi dal letto, Luciano si è visto allo specchio.
Lui, convintissimo di essere un ventiquattrenne, ha visto riflesso nel vetro un vecchio sconosciuto che imitava tutte le sue espressioni. I medici gli hanno spiegato il perché di quell’incredibile fatto: non era un ragazzo, era stato investito ed era caduto in coma nel 2019 e non nel 1980, la diciannovenne che lui ricordava essere la sua ragazza l’aveva sposato, avevano avuto un figlio, entrambi erano lì nella stanza con lui.

“NARCISO”
A quel punto, per Luciano, è cominciata l’avventura di dover riaggiornarsi a tutte le scoperte, i progressi, le innovazioni che, dal 1980, si sono susseguiti fino al 2019, e oltre. Per orientarsi per Roma, non c’era più il “Tuttocittà” che ricordava Luciano, quell’ottimo fascicolo allegato agli elenchi telefonici, che, cercata una strada, ne forniva le coordinate su apposite tavole. Il percorso si poteva seguire su uno schermo, con una voce umana che indica le manovre da fare. L’uomo ha dovuto anche elaborare una seconda volta il lutto della madre, che, come abbiamo detto, avrebbe voluto chiamare al telefono non appena desto. Per lui, la donna era ancora viva.

 

 

 

VITA DIFFICILE
Non è una vita facile, quella del risvegliato ma con i ricordi congelati a tanti anni prima. Racconta che ogni tanto qualcuno lo saluta e lui, per non fare brutta figura, risponde cordialmente, ma confessa di non sapere chi fosse. Forse qualche amico post-1980. Non ricorda nemmeno di avere mai preso l’aereo. La moglie gli ha detto che si sbaglia, lo hanno preso insieme per un viaggio a Parigi. «Tu ci sei stata, io no» ribatte Luciano, giustamente dal suo punto di vista, visto che della capitale francese non conserva alcun ricordo.