La surfista italiana

Giulia Manfrini morta trafitta da un pesce spada, "perché non se lo aspettava"

"Un incontro molto sfortunato". Così Alberto Luca Recchi, ricercatore del mare, definisce in un intervento sul sito di Rainews la tragica morte di Giulia Manfrini, surfista e influencer: trafitta da un pesce spada venerdì mattina mentre stava surfando sulle onde al largo delle Isole Mentawai, nell'Oceano Pacifico

La 36enne italiana, da tempo trasferitasi in Portogallo proprio per coltivare la sua passione per la tavola (una passione che l'ha portata in giro per il mondo) è stata colpita in pieno petto, è riuscita a chiamare aiuto, è stata soccorsa da due ragazzi ma le ferite erano troppo gravi ed è morta poco dopo il ricovero, in ospedale.  

"Chi fa surf - sottolinea Recchi - è un possibile bersaglio per i grandi squali che confondono l'essere umano per una tartaruga o una foca, ma un incidente con il pesce spada Giulia non lo aveva messo tra i rischi possibili perché non era mai capitato". Per l'esattezza, il pesce che ha ucciso Giulia sarebbe una Aguglia imperiale, molto simile al pesce spada e con un peso che può arrivare ai 50 chilogrammi

 

 

 

Secondo il biologo marino Franco Andaloro, intervenuto sul Corriere della Sera, ci sono pochissimi precedenti: "La spada serve all'animale per stordire la preda, non per trafiggerla. Altrimenti non potrebbero nemmeno mangiarla - spiega il professore -. Si possono azzardare ipotesi. Sappiamo di casi di surfisti che sono stati attaccati da squali. Mentre nuota sulla tavola per andare a cercare un onda, il surfista appare all'animale dal basso come una foca. L'ombra verrebbe scambiata per una minaccia”.