Omicidio

Manuel Mastrapasqua ucciso per un paio di cuffie da 20 euro: chi è il killer

Giorgio Valleris

Dopo 48 ore con il fiato sospeso, c’è stata la svolta. L’assassino di Manuel Mastrapasqua sarebbe un ragazzo italiano di 19 anni (parrebbe chiamarsi Daniele), anche lui residente a Rozzano. Secondo le prime notizie è stato fermato poco prima delle 13 di ieri dalla Polfer ad Alessandria, dove pare fosse arrivato a bordo di un treno partito da Milano. Pare che il presunto assassino fosse già stato individuato dai carabinieri, forse proprio per questo aveva tentato di allontanarsi con i mezzi pubblici cimentandosi in una fuga improbabile e disperata che avrebbe dovuto portarlo fuori dall’Italia. Nella serata di ieri, i militari lo hanno sentito nella caserma milanese di via della Moscova.

Secondo le prime informazioni, si sarebbe diretto su un treno verso Alessandria quando per l’appunto è stato notato in stazione da agenti della Polfer che lo hanno controllato. In quella circostanza avrebbe fatto parziali ma chiari riferimenti all'omicidio: «Ho fatto un casino a Rozzano», avrebbe detto. È quindi stato consegnato ai Carabinieri del Comando provinciale di Milano, che indagano sul caso. Nel corso dell’interrogatorio è stato confermato il sospetto che era montato dall’inizio: una rapina finita male. Il tentato furto sarebbe stato compiuto per sottrarre un paio di cuffiette wirless, senza cavo, di quelle che i ragazzi usano per ascoltare la musica con lo smartphone. Tra l’altro, ironia della sorte, anche di scarso valore, appena 20 euro. Alla fine dell'interrogatorio del pm, Letizia Mocciaro, davanti agli investigatori dell'Arma, è arrivato il provvedimento di fermo con l’accusa di omicidio a scopo di rapina.

 


E dunque, la possibile ricostruzione pare essere questa: il ragazzo si avvicina a Manuel, lo minaccia invitandolo a consegnargli i suoi averi «dammi qualcosa», avrebbe detto -, Manuel reagisce, ne nasce una collutazione e il ragazzo lo colpisce con una coltellata. Subito dopo l’omicidio i controlli delle forze dell’ordine a Rozzano e non solo sono stati massicci. Sempre nella giornata di ieri il comandante provinciale dei carabinieri di Milano, Pierluigi Solazzo, d’intesa con il prefetto Claudio Sgaraglia aveva disposto il potenziamento dell’attività di controllo in zona con l’impiego delle pattuglie della Compagnia di Intervento Operativo del 3° Reggimento Lombardia per un controllo straordinario del territorio. Probabilmente sentendosi braccato, il killer avrebbe tentato di far prendere le sue tracce.

Ma facciamo un passo indietro: che cosa era successo quella notte a Rozzano? Mastropasqua, poco dopo la mezzanotte, era uscito dal supermercato Carrefour in cui lavorava in via Farini a Milano e, con i mezzi pubblici, aveva raggiunto Rozzano. Sceso alla fermata di viale Romagna, non era mai giunto nella casa di via Lillà dove viveva con la madre perché era stato trovato in una pozza di sangue dai Carabinieri proprio a ridosso della pensilina del tram. Inutile la corsa verso il vicino ospedale Humanitas.

Un omicidio apparentemente inspiegabile anche se, quasi fin da subito, le indagini degli inquirenti si sono indirizzate verso la rapina finita male. La vittima aveva con sé il proprio portafoglio, ma vuoto e lo smartphone al momento del ritrovamento da parte dei carabinieri pochi minuti prima delle tre di mattina.
Le attività dei carabinieri si erano incentrate nella raccolta di testimonianze di persone vicine a Mastrapasqua per capire se qualcuno avesse motivi di astio nei confronti del magazziniere. Una pista che, però, era stata presto abbandonata. Parallelamente, gli investigatori hanno analizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona nel tentativo di ricostruire l’accaduto. L’ultima immagine disponibile ritraeva Mastropasqua mentre camminava in viale Romagna alle 2,46 dopo essere sceso dai mezzi. Poi, alle 2.50 il ritrovamento dell’uomo agonizzante poco lontano. Rispetto alle immagini che lo ritraevano all'uscita del supermercato, alla vittima mancavano una busta per la spesa e proprio quelle maledette cuffiette, ritrovate poi sotto un cassonetto dell’immondizia.
Nei video sarebbe comparso anche il suo assassino mentre camminava con un coltello fra le mani. Il 19enne fermato, che i Carabinieri hanno confermato avere precedenti per furto e rapina, dovrà ora spiegare l’esatta dinamica e cosa l’abbia spinto a compiere quel folle gesto che ha tolto la vita a Manuel. Intanto, nella sua abitazione sono stati ritrovati, lavati e ad asciugare, i pantaloni usati la sera del delitto.